Venerdì 25 febbraio alla Biblioteca Liciniana, il gruppo di lettura discute de “I campieri di Cristo” di Nonuccio Anselmo

Venerdì 25 febbraio alle ore 16.00 presso la Biblioteca Liciniana, in via Garibaldi a Termini Imerese, il gruppo di lettura si confronta sul libro I campieri di Cristo di Nonuccio Anselmo e incontrano l’autore.

Quest’anno la libreria Punto 52 ha organizzato il Gruppo di lettura in collaborazione con la Biblioteca Liciniana e tutti gli incontri si svolgono alle ore 16.00 presso la Biblioteca. Il tema di tutti gli incontri è Il Mediterraneo nero su bianco.

Da qualche settimana il Gruppo di lettura ha moltiplicato i suoi appuntamenti. Anche i più piccini s’incontrano sotto la guida di due lettrici volontarie: la dottoressa pediatra Michelle Drouet e la maestra Maria Grazia Bova, che accompagnano i bambini nella lettura e poi in attività di lavoro creativo, legate alla storia e agli autori letti. Dunque il venerdì, in Biblioteca, è il giorno dei lettori più di qualunque altro giorno della settimana. Nella saletta pensata e arredata proprio per i lettori più piccoli, il primo venerdì di ogni mese c’è il gruppo di lettura per bambini dai 5 ai 7 anni; il terzo venerdì del mese il gruppo di lettura per bambini dagli 8 ai 10 anni; l’ultimo venerdì del mese l’appuntamento è per l’ormai storico gruppo di lettori adulti.

Nel romanzo I campieri di Cristo si assiste all’eterna lotta tra potenti e poveri. La guerra tra confraternite durante la Settimana santa diventa metafora della voglia di riscatto dei più deboli da tutti i soprusi. Di chi è Gesù Cristo? Dei nobili che per blasone e tradizione da anni curano la deposizione del Venerdì Santo? O del popolo, che da quella cerimonia è sempre stato escluso e che finalmente trova il coraggio di rivendicare il proprio diritto, nel nome di un Cristo morto per tutti? E dove porta questa guerra del Cristo, in un paesino fine anni ’50 dove ancora vivi sono gli echi della guerra del feudo, spenta nel sangue dai mafiosi legati a doppio filo ai signori del feudo?

È uno splendido affresco di una Sicilia antica e al tempo stesso immortale, quello tratteggiato nel romanzo dal giornalista e scrittore Nonuccio Anselmo. Una Sicilia di provincia che Anselmo, una vita passata al Giornale di Sicilia del quale è stato caporedattore, ha descritto già nei primi due suoi romanzi: Farmacia Bisogna e I leoni d’oro

Anche ne I Campieri di Cristo c’è un cronista che ha il piglio dell’antico storico: il maestro Brasi Ferrante, che dopo aver educato frotte di ragazzini, una volta andato in pensione, si dedica alla vera passione della sua vita, osservare e annotare, nel suo diario.

Ed è davvero un avvenimento storico quello che Brasi Ferrante annota nell’anno di grazia 1957: lo stravolgimento della tradizione che da anni si perpetua nella Settimana Santa, tradizione che prevede che la deposizione del Cristo morto sia appannaggio della Confraternita dei Bianchi. Sì, perché nell’anno di grazia 1957 accade che la Confraternita dei Rossi, che trova il suo capopopolo in un giovane Luca Stellario, quel Cristo lo ruba, sotto il naso ai nobili, in uno storico Venerdì santo. Perché Cristo, almeno lui, è di tutti.

Il racconto si dipana snello, coinvolgente, tra le cronache del maestro Ferrante e l’azione vera e propria dei protagonisti, concentrata in pochi giorni. Ne viene fuori un affresco mirabile, specie per l’attenzione che Anselmo, amante della storia e del folclore (ha scritto anche diversi saggi), dedica alla descrizione dei riti della Settimana santa, ancora molto sentiti in larga parte della Sicilia. Con un finale amaro, un po’ a sorpresa, che fa da corollario a tutta la vicenda.

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