Umberto Eco paragona Berlusconi a Hitler: inferno di polemiche.

L’ultima stilettata apparentemente antiberlusconiana arriva da Gerusalemme. E scomoda nientemeno che Adolf Hitler, citato da Umberto Eco. Interpellato nel corso della Fiera del libro, lo scrittore italiano non ha usato mezzi termini: Il premier è paragonabile a Gheddafi e Mubarak? No, il paragone, intellettualmente parlando, potrebbe essere fatto – ha risposto – con Hitler: anche lui giunse al potere con libere elezioni.

Parole che hanno puntualmente scatenato un inferno di polemiche in Italia. Anche in considerazione del fatto che Eco ha, poi, rafforzato le proprie tesi: Berlusconi non è un dittatore come Mubarak e Gheddafi, perchè lui ha vinto le elezioni con il supporto di una grande maggioranza degli italiani. In Italia non c’è lo stesso regime dei paesi del Nord Africa e non va dimenticato il fatto che c’è un elettorato pronto a supportare Berlusconi. È piuttosto triste ma è così.

Per il coordinatore nazionale Pdl, Bondi, si tratterebbe di faziosità delirante. È desolante che un uomo di cultura come Umberto Eco – ha detto il ministro dei Beni culturali – abbia voluto stabilire un raffronto tanto provocatorio quanto offensivo per la verità e per la sensibilità di milioni di italiani, e che abbia voluto farlo in una città come Gerusalemme. Quello che a Eco, e alla cerchia di intellettuali che condividono le sue battaglie politiche all’insegna di una faziosità delirante – replica Sandro Bondi -, sfugge totalmente è che la ragione per la quale la maggioranza degli italiani accorda un consenso sempre più ampio e una fiducia incondizionata al presidente Berlusconi è proprio per difendere le ragioni della libertà e della democrazia. Eco si è soffermato anche sulle proteste in Nord Africa, che lo hanno stupefatto. Le nuove generazioni – commenta – sono riuscite con Twitter e Facebook, ed io non ho una pagina, ad organizzare una rivoluzione in cinque paesi diversi, in una maniera che i loro padri non sarebbero stati in grado non solo di fare ma neppure di immaginare. Da semiologo, poi, ha concluso sottolineando: Lo hanno fatto con un pessimo linguaggio. Ma lo hanno fatto. È qualcosa di assolutamente nuovo che fa rimettere in discussione tutte le nostre teorie.

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