TURTURICI: il Governo Regionale non è in grado di difendere i propri lavoratori ne tantomeno il martoriato territorio imerese

Non posso che condividere l’operato e le buone intenzioni del Sindaco Burrafato sulla questione Fiat e sulle istanze che riguardano la zona industriale di Termini Imerese, cosi come condivido in pieno il sentire delle organizzazioni sindacali che cercano di difendere l’occupazione con tutte le loro forze, ma soprattutto con la forza della disperazione di chi sta per perdere il posto di lavoro. Tuttavia va detto, per amore di verità, che la proposta del nostro sindaco sullo snellimento burocratico per agevolare gli investimenti nella zona industriale termitana, è già stata presentata all’Ars durante la sessione finanziaria regionale da alcuni deputati, del PDL e qualcuno del PD, sollecitati dal Presidente Cascio a seguito delle indicazioni fatte dallo stesso Burrafato. Purtroppo l’irresponsabilità di alcuni deputati, intenti a fare operazioni di alchimia politica, ha fatto si che tale emendamento venisse bocciato. Nella fattispecie un deputato dello stesso PD, esattamente l’on. Giacomo Di Benedetto ha sollecitato l’aula a bocciare tale provvedimento con il beneplacito del gruppo Sicilia e del Capogruppo Cracolici.

Sempre per amore di verità voglio riportare le testuali parole che l’on. Di Benedetto ha detto in aula a tal riguardo: (stralcio resoconto stenografico della seduta n.170 del 30/04-01/05 dell’ARS)

Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi pare una norma assolutamente

liberticida. Essa, infatti, consente di realizzare nelle aree ASI opifici industriali, magazzini,

capannoni in deroga a tutte le norme urbanistiche e consente al Governo regionale di deliberare in difformità al parere dato dagli Uffici, qualora le sovrintendenze, le ASP, o altri soggetti preposti alla tutela del patrimonio culturale ambientale manifestino la loro contrarietà.

Quanto detto non vuole avere ne il sapore di una difesa d’ufficio verso qualche compagine politica ne tantomeno di attacco a qualche altra formazione, ma vuole rappresentare una denuncia alla comunità dei lavoratori per rafforzare quanto già detto dai rappresentanti Sindacali e cioè che il Governo Regionale non è in grado di difendere i propri lavoratori ne tantomeno il martoriato territorio imerese, ne con interventi verso il Governo Nazionale ne con provvedimenti di temporanea detassazione.

Il Sindaco Burrafato e i sindacati mi vedranno al proprio fianco in qualsiasi iniziativa si intende portare avanti per la salvaguardia dell’occupazione, ma non dobbiamo nascondere che nonostante gli appelli di disperazione e la nostra buona volontà, ad oggi il Governo Lombardo è stato sordo e insensibile alle nostre richieste.

Mi auguro che il Sindaco riesca a convincere il Presidente Lombardo della bontà dell’iniziativa che riguarda la zona industriale termitana, in caso contrario credo che sia opportuno e che sia arrivato il momento, di indire, per inizio settembre, un sit-in permanente dinanzi Palazzo D’Orleans di tutti i rappresentanti istituzionali del comprensorio e dei sindacati al fine di dimostrare che la nostra realtà industriale, cosi come i nostri lavoratori e la nostra Regione, non sono figli di un Dio minore al confronto con le Regioni del Nord.

Lombardo e i suoi strani sostenitori la smettano di giocare allo struzzo e si prendano le proprie responsabilità nei confronti di un territorio che poteva rappresentare la Taormini occidentale siciliana e che invece sta divenendo il simbolo della desertificazione industriale siciliana e delle cattedrali nel deserto italiana.

Credo di poter dire che Burrafato e i sindacati, in tutta questa brutta storia, hanno l’appoggio di tutti i settori della comunità, ma soprattutto della politica locale in genere senza distinzione di colore e di appartenenza. Vada avanti consapevole che è forte della presenza di una comunità incazzata che lo appoggia nella risoluzione di una grossa istanza economica regionale. Io sarò in prima fila senza se e senza ma, continuiamo sulla strada della lotta pacifica sino ad ottenere i risultati che vogliamo e che sono nei nostri diritti.

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