Termini Imerese e il dopo Fiat In pole Di Risio e la Dr Motor

Potrebbe essere sciolto già domani il nodo sul futuro dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. In pole position per rilevare la struttura secondo indiscrezioni ci sarebbe la Dr Motor di Massimiliano di Risio. La Dr dovrebbe produrre, in quelle che furono le catene di montaggio di auto come la Lancia Y o la Fiat Panda, le city car Dr1 e Dr2 e probabilmente anche il suv Dr5. Auto che l’azienda molisana, assembla fino ad oggi a Macchia d’Isernia, mettendo insieme le componenti provenienti dalla partner cinese Chery. Il progetto prevede la costruzione di 60 mila unità a regime nel 2016 e il riassorbimento di 1300 dipendenti in quattro anni. La strategia del gruppo ha programmato l’affiancamento di una sezione dedicata al manufacturing, che dovrebbe portare alla costruzione in Sicilia della Dr3, che grazie a prezzi competitivi potrebbe rappresentare una valida alternativa ad automobili del segmento di Ford Fiesta e Fiat Punto. Progetti che tuttavia non convincono i sindacati.

LE PERPLESSITA’ DEI SINDACATI – Come spiega all’Italpress Roberto Mastrosimone della Fiom Cgil: «Non ci sta bene di non essere stati convocati insieme alle parti istituzionali a questo tavolo. Poi sul progetto Dr abbiamo notevoli perplessità e preoccupazioni, in prima battuta preoccupazioni legate al mantenimento dei livelli occupazionali. L’azienda molisana dovrebbe assorbire 1200-1300 dipendenti, noi tra indotto e azienda siamo 2200. Ma ci lascia perplessa anche la realizzazione degli obiettivi che si propone la Dr – continua Mastrosimone – tra cui la vendita di 60 mila auto in Italia. Per far questo occorre una filiera ben chiara, non basta produrre, bisogna anche venderle le auto, creare le strutture di assistenza, le officine. Ecco vorremmo conoscere le risposte a quelle che noi riteniamo essere lacune non solo del progetto Dr Motor ma anche di quello di Gian Mario Rossignolo. E alla Fiat diciamo di non andar via fino a quando non ci saranno risposte certe e sicure sull’argomento». «Preoccupata», si dice anche la Uilm. Vincenzo Comella conferma le perplessità sul progetto: «La vera trattativa inizia adesso», sottolinea, «come si può pensare di chiudere la vicenda se non ci vengono date risposte sull’assorbimento dei lavoratori? La disponibilità fino a questo momento è per 1.300 lavoratori e non si capisce se verranno assunti tutti insieme o man mano, a seconda delle esigenze produttive dell’azienda. Se sarà così, che strumenti verranno utilizzati nel periodo transitorio che può durare anche anni? Inoltre quella della Dr ad oggi rappresenta una scommessa, in quanto fino a questo momento vengono prodotte pochissime auto. L’entrata a regime di 60 mila vetture è prevista per il 2016. E se non dovessero raggiungersi questi traguardi chi garantisce? Insomma», ha concluso Comella, «se non si hanno risposte non si può ritenere chiusa una vicenda che non deve lasciare sul terreno orfani di lavoro».

Fonte Italpress

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