Stallo sui rifiuti, aumenta la Tari: I sindaci incontrano Musumeci

Una ricognizione di tutti gli impianti per il riciclaggio in Sicilia, procedure burocratiche più snelle e maggiore velocità per rimettere in funzione alcune strutture bloccate. Sono gli impegni presi dal presidente della Regione Nello Musumeci con i sindaci di cinquanta comuni del palermitano e del trapanese durante un incontro che si è svolto oggi a Palazzo d’Orleans. Nel corso della riunione di ieri Musumeci ha ribadito la sua intenzione di chiedere poteri speciali per l’emergenza rifiuti, e ha confermato l’apertura della discarica di Bellolampo ai soli comuni di Palermo e Ustica per evitarne la saturazione.
L’incontro con Musumeci era stato chiesto per sottolineare le difficoltà nel conferimento dei rifiuti da parte dei cinquanta comuni, tra cui Alcamo, Monreale, Bagheria, Cefalù e Termini Imerese, dopo che la Regione aveva vietato l’accesso a Bellolampo per evitarne il collasso. In seguito allo stop, i comuni che prima conferivano nella discarica palermitana sono stati costretti a trattare i rifiuti in un impianto privato per poi trasferirli in una discarica nel catanese, con una grossa crescita di costi. Proprio in seguito alla decisione della Regione i sindaci dei cinquanta comuni avevano firmato un documento in cui sottolineavano il pericolo di un aumento della Tari per coprire i costi e la necessità di migliorare i costi della raccolta differenziata.
Lo stesso documento firmato dai sindaci è stato usato oggi come base per la discussione con Musumeci, che ha accettato di condurre al più presto una ricognizione delle strutture già presenti in Sicilia per il riciclaggio. L’obiettivo è individuare gli impianti di riciclaggio o compostaggio che per il momento sono chiusi per motivi burocratici e rendere più snello il processo che porta alla riapertura. In questo modo i comuni avrebbero a disposizione più luoghi in cui conferire la propria raccolta differenziata, e soprattutto non dovrebbero spedire troppo lontano i rifiuti aumentando i costi.
Un altro dei punti emerso durante la riunione è l’orientamento di Musumeci verso un sistema provinciale di smaltimento dei rifiuti. Dunque non solo rilancio delle province, a cui verranno affidate le competenze per la raccolta e lo smaltimento, ma anche l’istituzione di un ciclo dei rifiuti che si chiude nella stessa zona, evitando lo scenario di oggi in cui invece i rifiuti viaggiano dalla provincia di Palermo a quella di Catania.
L’emergenza, però rimane, con la sesta vasca di Bellolampo quasi piena e la settima vasca ancora in progettazione. Per il momento i comuni non potranno tornare a conferire a Bellolampo, ma Musumeci attende i poteri speciali che chiederà giovedì al capo del governo Gentiloni. Con i poteri speciali sarà possibile accelerare sia l’iter burocratico per l’approvazione della settima vasca che quello per la riapertura di alcune strutture di compostaggio e riciclaggio a Castellana, Bolognetta e Bisacquino.
“Il presidente ha ascoltato le nostre preoccupazioni, e siamo contenti di un rinnovato dialogo tra comuni e Regione”: Antonio Rini, primo cittadino di Ventimiglia di Sicilia, è uno dei cinquanta sindaci che hanno manifestato preoccupazione per la chiusura di Bellolampo. “Siamo ovviamente preoccupati – continua Rini – per l’aumento Tari che sembra inevitabile: aumentano i costi di conferimento, e il ciclo dei rifiuti deve essere totalmente coperto dalla tassa per i rifiuti. Un nostro impegno sarà di aumentare la raccolta differenziata per abbattere i costi”.

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