Scuole chiuse fino al 15 marzo, ma amministrativi e docenti devono andare a scuola

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha confermato in conferenza stampa la chiusura delle scuole e delle Università in tutta Italia da domani e fino a metà marzo. La misura è pensata per contribuire al contrasto del coronavirus.
Il ministero dell’Istruzione ha spiegato che la decisione presa dal governo in relazione all’istruzione, a favore della quale si è espresso il ministro della Salute Roberto Speranza per evitare il sovraccarico del sistema sanitario, revede la chiusura delle scuole nelle zone rosse e la «sospensione delle attività didattiche nel resto del Paese».
La decisione è stata comunicata ai sindacati con i quali, peraltro, ci sono stati contatti fin dalle prime ore del mattino.
Le scuole, come abbiamo già detto, non verranno chiuse ma sarà sospesa l’attività didattica.
“Quindi – ha riferito ai giornalisti il segretario generale della Cgil Maurizio Landini – insegnanti e amministrativi devono andare a scuola”.
Landini ha anche aggiunto che l’esecutivo ha assicurato che nelle prossime ore verranno approfonditi diversi problemi, non ultimo il possibile ricorso agli ammortizzatori sociali a sostegno dei genitori che dovranno assentarsi dal lavoro per accudire ai figli.
Per la verità abbiamo già avuto modo di chiarire che nel caso di interruzione delle attività didattiche non si fa lezione e gli studenti non vanno a scuola, ma restano fermi gli obblighi contrattuali del personale.
In pratica se in una giornata di interruzione è prevista una seduta del collegio dei docenti o di un altro organo collegiale, la riunione si svolge regolarmente.

Ma è anche possibile che i docenti vengano convocati per un incontro urgente, magari legato proprio alla gestione dell’emergenza o del rientro a scuola degli alunni.
Anche in questo caso esiste un obbligo di partecipazione.

Si punta su e-learning e didattica a distanza
«I dirigenti scolastici – si legge ancora nel provvedimento -, sentito il collegio dei docenti, attivano, ove possibile e per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità». Nelle università e nelle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, per tutta la durata della sospensione, le attività didattiche o curriculari possono essere svolte, ove possibile, con modalità a distanza, individuate dalle medesime università e istituzioni.

Sospese le visite guidate
Sono sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.

Assenze non computate per ammissione esami
Le assenze maturate dagli studenti che per qualche motivo non potranno seguire un’eventuale didattica a distanza non sono computate ai fini della eventuale ammissione ad esami finali nonché ai fini delle relative valutazioni.

La polemica con il comitato scientifico sulla chiusura delle scuole
Perché le misure sulla scuola? «Perché – ha risposto Conte – in questo momento siamo concentrati ad adottare tutte le misure di contenimento diretto del virus o di ritardo della sua diffusione perché il sistema sanitario per quanto efficiente e eccellente rischia di andare in sovraccarico» in particolare «per la terapia intensiva e sub-intensiva». Il comitato tecnico scientifico nominato dalla Protezione civile, interpellato dall’esecutivo sulla sospensione delle lezioni, avrebbe espresso alcune perplessità sull’efficacia di questa soluzione. A parere del Comitato, sarebbero mancate le evidenze scientifiche sull’efficacia della chiusura delle scuole ai fini di un contenimento dei contagi da coronavirus. Il parere, che non è vincolante per l’esecutivo, sarebbe stato sottoscritto all’unanimità da tutti i membri del Comitato. La posizione del Comitato è stata commentata a stretto giro da fonti di Palazzo Chigi: «Si tratta di un virus nuovo, per questo il governo ha deciso di agire adottando il principio della massima precauzione».

Il Dpcm: stop a manifestazioni
Stop a congressi, riunioni, meeting ed eventi sociali per il personale sanitario e per il personale che garantisce i servizi pubblici e essenziali e di pubblica utilità. Nel Dpcm, tra le misure da applicare sull’intero territorio nazionale si prevede la sospensione delle manifestazioni e degli eventi di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.

Divieto di permanere nelle sale di attesa dei pronto soccorso
Il Dpcm vieta agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso, salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto. Limiti anche alle visite di parenti agli hospice e alle residenze per anziani.

Partite a porte chiuse (compresa la serie A)
Il provvedimento prevede la sospensione in tutto il
paese, come già accaduto per le zone rosse, di partite e competizioni sportive, compresa la serie A, a porte chiuse.

Palestre e piscine aperte: almeno un metro tra una persona e l’altra
Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all’aperto o all’interno di palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza tra una persona e l’altra di almeno un metro.

Anziani limitino le uscite
Tutte le persone anziane, non solo quelle affette da patologie croniche, dovranno limitare le uscite “non strettamente necessarie” ed evitare luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro.

Castelli: scuole chiuse, al lavoro per genitori a casa
La decisione di sospendere le lezioni ha inevitabilmente delle ripercussioni sui genitori, che ora si trovano nella necessità di gestire i figli in questi giorni. «Ci stiamo muovendo con la massima celerità e determinazione a tutela dei lavoratori pubblici e privati – ha affermato il viceministro all’Economia Laura Castelli -. È in fase di definizione una norma che prevede la possibilità per uno dei genitori, in caso di chiusura delle scuole, di assentarsi dal lavoro per accudire i figli minorenni. Ne ho già parlato con il ministro Gualtieri e gli altri Ministri competenti: faremo tutto quello che è necessario per ridurre al massimo i disagi».

Bonetti: misure pro-famiglia non in Dpcm
Il ministro della Famiglia Elena Bonetti ha poi chiarito che le misure a sostegno delle famiglie che hanno i figli sotto i 14 anni a casa per la chiusura delle scuole, non rientreranno nel Dpcm, ma in un successivo provvedimento di legge. «Il Dpcm – ha spiegato – è un provvedimento di tipo amministrativo che ha lo scopo di contenere la diffusione del coronavirus. Le misure che ho proposte andranno in un prossimo provvedimento di legge che verrà esaminato al più presto».

Si riaccende lo scontro tra maggioranza e opposizione
La decisione di chiudere le scuole ha riacceso lo scontro politico tra maggioranza e opposizione. Mentre infatti il segretario del Pd Nicola Zingaretti considera giusto chiudere le scuole, il leader della Lega Matteo Salvini attacca: «Questo governo non è in grado di gestire la normalità e tantomeno l’emergenza» del coronavirus.

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