Il neo ministro dell’Agricoltura, Saverio Romano, ha ieri raggiunto Palermo per aprire la campagna elettorale in Sicilia, dove si voterà i prossimi 29 e 30 maggio. L’occasione ideale, per il coordinatore nazionale del Pid, per tessere le lodi della sua formazione politica – più volte indicata come forza responsabile che ha saputo evitare speculazioni e crolli finanziari – ma non solo. Romano, a margine del suo intervento al teatro Al Massimo di Palermo, ha anche lanciato una stoccata agli ex colleghi dell’Udc, dando il via a un botta e risposta che prefigura una campagna elettorale particolarmente speziata.
Un Romano in Sicilia – I Popolari d’Italia domani sono un partito giovane, ma dai valori antichi. Così, al teatro Al Massimo di Palermo, Saverio Romano, fresco della sua nomina a capo del dicastero dell’Agricoltura, ha ieri aperto il comizio elettorale in vista delle amministrative siciliane. Un discorso – quello di Romano – con cui l’ex Udc ha voluto sottolineare la responsabilità di un partito che ha aiutato il governo a proseguire nella sua corsa, evitando al Paese intero di inciampare su una crisi insidiosissima. Un partito popolare – ha ripreso il responsabile delle Politiche agricole – non può che essere un partito nazionale, identitario e territoriale perché radicato nel territorio.
Sostegno responsabile al governo – Siamo una formazione politica che si colloca nel centrodestra – ha precisato il coordinatore nazionale del Pid – Questo appuntamento elettorale ci dà l’occasione per fornire un contributo alla vittoria del centrodestra. Abbiamo scelto senza negozio alcuno e senza paracadute di dare fiducia al governo nazionale, ed abbiamo evitato – ha proseguito Romano – le speculazioni finanziarie e il crollo della nostra economia. Fu lo stesso Napolitano allora a scongiurare il ricorso ad elezioni al buio. Ebbene, siamo fieri – ha rimarcato il ministro – di quella scelta responsabile e saggia.
L’affondo di D’Alia – Ma a rendere più speziata la discesa di Saverio Romano nella sua regione è stata la domanda che un giornalista gli ha rivolto a margine del comizio, interpellandolo sul suo ex partito: l’Udc. Ha raccolto un po’ di pezzi a colori, noi andiamo per la nostra strada, ha dichiarato Romano, dando il via a un serrato botta e risposta con gli ex compagni. Le offese di Saverio Romano all’Udc siciliano – ha commentato il coordinatore nell’isola, Gianpiero D’Alia – non mi meravigliano nè mi scompongono. E’ chiaro che ognuno usa il linguaggio che conosce e di cui è capace. Le sue stizzite contumelie servono solo a coprire le due più grandi difficoltà di quest’uomo: essersi venduto a Berlusconi per un posto al sole e – ha continuato il centrista – non essere riuscito a distruggere il partito che gli ha dato un po’ di notorietà. Romano porta in dote al suo nuovo padrone di Arcore un partitino di cui è leader insieme al più noto Mimmo Scilipoti.
Botta e risposta elettorale – Un affondo a cui il ministro ha sentito il bisogno di controreplicare: Sono sorpreso dalle risentite parole del senatore D’Alia – ha notato Romano – Nel corso del mio intervento a Palermo non ho mai citato quel partito. Questo perché ignoro le cose che non ci sono. Tanto quanto basta a far infuriare definitivamente D’Alia: L’Udc non esiste? – ha risposto piccato – Lo vedremo dai risultati delle amministrative. E comunque, ci limitiamo a osservare che dal ministro giungono soltanto nervose provocazioni da ribaltonista di piccola taglia.
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