Io sono Colombo racconta di un uomo con una visione, pronto a sacrificare la propria vita per realizzarla. Quando arriva alla corte di Spagna, chiede tre caravelle al re ma forse per la difficoltà della lingua o per la furbizia del sovrano gli vengono concesse tre caramelle; sarà la regina a risolvere l’equivoco spinta dalla voglia di partire con il giovane esploratore verso le terre sconosciute, e soprattutto ansiosa di liberarsi dalla soffocante vita di corte, stanca di subire la convivenza con un uomo vecchio e malato, tuttavia pericoloso come tutti i poteri assoluti.
Ma anche Colombo la tradirà, preso com’è dalla sua missione, vuole restare libero per compiere l’impresa. “Ma la libertà non esiste, chi ti ha messo in testa questa strana idea?” dice la regina che come tutte le donne sa cosa vuol dire l’inganno di una vita libera ma sempre dipendente da qualcuno o dalle convenzioni sociali.
Alla fine Colombo scoprirà il nuovo mondo e darà vita al primo genocidio della storia, due monologhi in parallelo ci offriranno due verità diverse, due punti di vista a cui lo spettatore sarà chiamato a riflettere.
Lo spettacolo è costruito con diversi stili recitativi, a citazione e omaggio al teatro del novecento e in questo contesto si muovono i personaggi che cercano una via di fuga dalla loro realtà, o per voglia di successo e soldi, o per rompere la noia della propria, pur comoda, routine oppressa da un potere sordo e minaccioso, o per una visione immaginifica che si vuole a tutti costi vedere compiuta.
La storia di Cristoforo Colombo e della scoperta dell’America è da sfondo, tuttavia si racconta quello che la storia ufficiale spesso ha omesso, tratta di diari di bordo del navigatore genovese e dalla biografia di Least Heat-Moon dove si narra della deportazione degli indigeni, la loro vendita come schiavi, i maltrattamenti e le persecuzioni fatte in nome di una civiltà da esportare.
Allo stesso modo si racconta chi erano gli indigeni, molti di loro feroci ed inumani rispetto a regole di convivenza civile come vengono intese da un comune sentire occidentale.
In occasione dello spettacolo, presso la Sala Juliano Mer-Khamis del teatro, si riaprirà la mostra di
pittura di Giulio Adelfio “Mostra in Teatro” con la presentazione del quadro “tripartizione dell’anima.
teatroZeta 3388842554
ingresso intero euro 8,00
ridotto e soci Arci euro 6,00
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