Rifiuti radioattivi, fra i siti idonei a ospitare i depositi quattro sono in Sicilia

La zona delle Madonie fra Castellana Sicula e Petralia Sottana, Trapani, Calatafimi-Segesta e Butera. Nella Carta delle aree potenzialmente idonee per il deposito di rifiuti radioattivi ci sono quattro località siciliane: il documento è stato elaborato dalla Società di gestione degli impianti nucleari e poi validato da Isin e Ispra (le agenzie che si occupa di nucleare e di ricerche ambientali) e infine dai ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, ma adesso si apre una fase di consultazione pubblica, della durata di 60 giorni, in cui muovere obiezioni.

Alla discussione potranno partecipare le Regioni, gli enti locali e “tutti i soggetti portatori di interesse qualificati”, come specifica la guida dell’Ispra, che possono formulare osservazioni e proposte tecniche. La carta – che individua 67 siti – arriva fra l’altro in ritardo: il via libera doveva arrivare entro il 20 agosto 2015, ma i due ministeri – ora guidati dai grillini Stefano Patuanelli e Sergio Costa – hanno chiesto accertamenti tecnici a Sogin e Ispra, e la data – complici le elezioni prima e poi la crisi di governo – è slittata così fino a ora.

A ottobre, però, l’Unione europea ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia: “Un lavoro coordinato congiuntamente dai due ministeri – esultano dunque adesso i due dicasteri – atteso da molti anni, che testimonia la forte assunzione di responsabilità da parte del governo su un tema, quello della gestione dei rifiuti radioattivi, che comporta anche per il Paese una procedura di infrazione europea: attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo”. La soluzione passa da 67 depositi in sette regioni. E quattro potrebbero essere molto vicini.
Il sindaco di Petralia Sottana: “Sono sgomento”

“Sono rimasto di stucco e anche un po’ contrariato apprendendo la notizia. Ci lascia sgomenti: noi siamo anche sede dell’ente parco delle Madonie, da un lato si vuole la protezione della zona dall’altro si vogliono seppellire scorie nucleari”. Lo dice il sindaco di Petralia Sottana (Pa) Leonardo Neglia. Il suo territorio è una delle quattro aree in Sicilia potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale nucleare. “Non sapevo nulla di questa cosa – continua il sindaco – nessuno ci ha mai informati. Se qualcuno è venuto a fare ispezioni non ce l’hanno detto. Neanche una mail”. Neglia dice di non sapere neanche la zona individuata. “Il sito del Cnapi – aggiunge – è bloccato. Non posso neanche controllare per sapere se c’è la contrada specifica individuata”.

“Ho saputo di questa ipotesi dalla stampa e sto cercando di capirne i contorni: il governo riconosce i sindaci come autorita’ sanitaria locale quando si tratta di affrontare una pandemia ma li dimentica quando si affrontano temi come il deposito di rifiuti radioattivi. Noi diciamo ‘no’ a questa ipotesi”. Lo afferma alla Dire il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, in merito all’individuazione di un potenziale sito da destinare a Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. L’area individuata si trova nelle campagne di Trapani, tra le frazioni di Dattilo e Fulgatore. “Stiamo parlando di uno degli scorci piu’ belli del nostro territorio – dice Tranchida -, un territorio che tra l’altro si candida a Capitale della Cultura 2022. Una candidatura che punta anche sul paesaggio e sulla realta’ antropologica, culturale ed economica delle nostre campagne”.

“Noi sindaci abbiamo appreso di questa ipotesi dalla stampa: sarebbe stato giusto informarci preventivamente. Conosco ancora poco di questa possibilita’ ma in ogni caso dico subito che il nostro territorio, fortemente vocato all’agricoltura, non puo’ permettersi di ospitare un deposito di rifiuti radioattivi”. A parlare con la Dire è il sindaco di Butera (Caltanissetta), Filippo Balbo, che commenta cosi’ l’individuazione del territorio della cittadina in provincia di Caltanissetta come uno dei potenziali punti in cui realizzare un deposito di rifiuti radioattivi. “Approfondiremo questo progetto con i tecnici ma fin da ora preannuncio che metteremo in campo tutte le nostre forze per un coinvolgimento della popolazione attraversi un referendum – aggiunge Balbo -. Non si puo’ adottare una scelta del genere senza informare e coinvolgere i cittadini”.

“L’allarme globale provocato dal coronavirus – attacca Coldiretti Sicilia – ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza che vanno difese e valorizzate per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero e creare nuovi posti di lavoro. L’idea di mettere scorie nucleari nella nostra Regione, in aree dove da anni si lavora sul potenziamento delle caratteristiche ambientali, è paradossale e bisogna attivarsi subito perché non succeda”.

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