Volto noto del piccolo schermo grazie alle sue comparsate nel programma di RaiUno La prova del cuoco, con Antonella Clerici, Giunta vive sotto scorta da quando denunciò ripetuti tentativi di estorsione nel 2012. La sua segnalazione servì per portare effettivamente i suoi estorsori a condanna definitiva. “C’è la crisi, duemila euro non ce li ho”, aveva risposto lo chef ai suoi estorsori, ritenuti organici alla famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, di Palermo.
“Negli ultimi anni – ha spiegato lo chef in una lettera – la mia vita personale e professionale è stata stravolta da continui eventi e minacce che mi hanno lasciato profonde ferite e costato paure, sacrifici e denaro a causa della mia volontà di denunciare la criminalità mafiosa palermitana mandando alle sbarre gente che senza scrupoli vuole farmi fuori solo perché sono un cittadino onesto e non omertoso che non si piega alla mafia ma denuncia”.
“Non ho mai chiesto niente a nessuno – ha proseguito – né bussato porte ad esponenti politici, non mi sono messo mai contro lo Stato anzi, sono una sua vittima, ed allora perché proprio quella parte di Stato che dovrebbe tutelarmi adesso mi abbandona? Negli ultimi mesi ho subito nel mio locale, che si trova all’interno di un’area con servizio di vigilanza dinamica fatta dall’Esercito Italiano, tre incursioni, vere e proprie intimidazioni, non atti vandalici. Continue minacce ed intimidazioni si sono susseguite negli anni nei miei confronti e in quelli della mia famiglia”.
Tutto cominciò nel 2012, in quattro si erano presentati alla porta della sua ditta di ristorazione e catering, in Sicilia. Lo accusavano di non essersi “messo a posto” e chiedevano di versare 2000 euro a Pasqua e Natale per il sostentamento delle famiglie dei detenuti. Giunta prese tempo, ma seguirono minacce e intimidazioni. Una tanica di benzina gli fu lasciata all’esterno del ristorante. Lo chef denunciò tutto e i responsabili furono poi arrestati e condannati in primo grado e in Appello. Come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, la Cassazione, nel gennaio scorso, ha dichiarato inammissibile il ricorso degli imputati, rendendo le condanne definitive.
Nel 2016 entrarono in cinque nel suo locale in zona Castello di mare, a Palermo. Iniziano a tirare i dolci del bancone contro il furgoncino aziendale. Non soddisfatti, aprono i frigoriferi e tirano fuori le torte preparate dallo chef Natale Giunta, che del ristorante è il titolare. Ci urinano sopra. Ma le telecamere di sorveglianza riprendono tutto e le immagini dei cinque, nell’atto di orinare sulle torte, finiscono sulla pagina Facebook del proprietario, che li ha denunciati il giorno seguente, sabato 14 maggio. “Che gente indegna che esiste”, scrive sul social network annunciando l’intenzione di sporgere denuncia.
Revocata la tutela allo Chef termitano Natale Giunta
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