Reflui: 1,1mld euro alla Sicilia, sino al 31 dicembre 2013

A cosa serve progettare Casinò lussuosi se non si è in grado di offrire ai turisti spiagge ripulite dai reflui? La domanda è rivolta al presidente Rosario Crocetta dopo la denuncia di Legambiente: “Ad un anno esatto dal passaggio di Goletta Verde nell’isola siciliana ancora nulla è stato fatto per rimediare alla disastrosa questione della depurazione che aveva fortemente contribuito alla condanna dell’Unione Europea all’Italia per inadempienza sulla Direttiva n.271 del 1991 relativa all’adeguamento del trattamento reflui urbani. Oggi i comuni siciliani (che rappresentano il 52% del totale di comuni italiani condannati) hanno a disposizione oltre un milione di euro (1,1 miliardi) per risolvere i problemi strutturali e l’adeguamento dei sistemi depurativi dei comuni: ma i fondi Cipe, in scadenza a dicembre 2013, rischiano di non essere utilizzati a causa della mancata progettazione da parte degli enti preposti. Legambiente chiede, dunque, alla Regione e amministrazioni locali di adoperarsi subito alla programmazione economica degli investimenti, sfruttando l’occasione offerta dai finanziamenti Cipe tutelando così uno dei più importanti patrimoni di questa terra: il mare e il sistema fluviale.
Crediamo nelle potenzialità e nella bellezza di questa regione, ma servono interventi immediati per ripianare il gap depurativo”. La dichiarazione di Legambiente segue l’esito della campagna Goletta Verde, che ha rilevato esito negativo per dodici prelievi realizzati nell’Isola su di un campione di ventiquattro e la quasi totalità di questi sono stati giudicati “fortemente inquinati”. Tra i siti fortemente inquinati vi è il Porto di Acitrezza, dato che apre per l’ennesima volta alla considerazione se è il caso di istituire un’area marina protetta a ridosso di un porto. Infatti, laddove Goletta Verde ha eseguito il controllo insiste l’AMP Isole Ciclopi gestita dall’Università di Catania attraverso il Cutgana. La vicinanza del porto potrà garantire l’area anche quando il Collettore di salvaguardia sarà operativo? La domanda resta aperta. La situazione nel dettaglio per le province siciliane dal report di Goletta Verde-Legambiente La situazione più critica in provincia di Palermo, dove le analisi dei quattro campionamenti hanno evidenziato cariche
batteriche di molto oltre quelle consentite, giudicati “fortemente inquinati”. A partire dalla stessa città di Palermo, dove sono stati effettuati due prelievi, uno in località Tonnara Bordonaro (presso il tubo di scarico sulla spiaggia) e in località Bandita (fronte ospedale in via Messina Marina). Gli altri due prelievi “fuorilegge” sono risultati quelli a Terrasini (località Porto Diga Foranea, nei pressi dei faraglioni a destra della spiaggia) e alla spiaggia nei pressi del vecchio Oleificio, in località Porto del comune di Termini Imerese. Cinque i campionamenti in provincia di Messina, tutti risultati entro i limiti di legge, a partire dal comune capoluogo dove sono state analizzate le acque prelevate in località Santo Saba – Contrada Mella, in prossimità di un tubo di scarico della spiaggia. Entro i limiti anche i prelievi nei comuni di Spadafora (località Fondaconuovo, nei pressi della foce del fiume Boncoddo); Milazzo (località Lungomare di Ponente, Ngonia Baia del Tono); e due a Barcellona Pozzo di Gotto (il primo in località Calderà, nei pressi della foce del fiume Mela, e il secondo in località Spinesante, nei pressi del lungomare di fronte “Villa Maria”).
Tre i campionamenti in provincia di Catania, due dei quali risultati fortemente inquinati: il primo nel comune di Catalabiano, in località San Marco, nei pressi della foce del fiume Alcantara e il secondo nel comune di Acicastello, nei pressi dello scarico fognario del Porto di Acitrezza. Entro i limiti le analisi nel comune capoluogo (località Primosole beach, nei pressi della Foce del Sineto).
Due su quattro i campioni “fuorilegge” prelevati nella provincia di Siracusa. Sono risultate fortemente inquinate le acque prelevate nel comune di Siracusa (località Porto Grande – Zona Pantanelli, nei pressi della foce del canale Grimaldi) e nel comune di Priolo (località zona industriale, dietro la stazione, nei pressi della foce del torrente Mostringiano). Entro i limiti, invece, i due prelievi effettuati nel comune di Noto, entrambi all’interno dell’Area Protetta di Vendicari (il primo nei pressi della foce del fiume Tellaro e il secondo alla spiaggia di Vendicari).
In provincia di Ragusa un solo campionamento presentava cariche batteriche oltre la soglia stabilita: quello prelevato nel comune di Scicli, località Arizza, nei pressi della foce Fiumara Modica, giudicato “inquinato”. Entro i limiti, invece, i prelievi effettuati a Modica (località Marina di Modica, in piazza Mediterraneo) e nel comune capoluogo (località Riserva naturale foce del fiume Irminio, nei pressi della foce).
Passando alla provincia di Caltanissetta, è risultato fortemente inquinato il prelievo a Gela, in località Macchitella, nei pressi della foce del fiume Gattano.
Un campionamento nell’agrigentino, risultato fortemente inquinato: quello prelevato alla foce del fiume Salso, nei pressi dello scarico del depuratore, nel comune di Licata.
Tre i prelievi, infine, in provincia di Trapani, di cui solo uno è risultato fortemente inquinato: quello nel comune di Castelvetrano, in località Marinella/Selinunte, nei pressi dello scarico del depuratore, il campionamento è risultato “fortemente inquinato”. Nei limiti, invece, i prelievi nel comune di Erice, località Casa Santa, nei pressi del Pennello a destra della tonnara di San Cusumano; e a Mazara del Vallo, al lungomare di Levante, nei pressi del Lungomare San Vito.

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