Patenti facili, ‘mazzette’ a funzionari della Motorizzazione: 51 arresti a Palermo

Sono 51 le ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla squadra mobile all’alba di oggi a Palermo nell’ambito dell’operazione ‘patenti facili’. Gli investigatori hanno accertato l’esistenza di un gruppo di persone, composto da funzionari della Motorizzazione Civile e da titolari di autoscuole e di agenzie disbrigo pratiche, dediti alla falsificazione di attestazioni relative al collaudo, ai cambi di destinazione di veicoli e ad altre pratiche di competenza della stessa Motorizzazione Civile, nonché a facilitare illegittimamente il superamento degli esami di teoria e pratica per il conseguimento e la revisione di patenti di guida.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e falsità ideologica . Il provvedimento, che prevede la misura della custodia cautelare in carcere a carico di 10 persone e gli arresti domiciliari per altre 41, è stato firmato dal gip del Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini. E’ la più vasta operazione di contrasto alla corruzione nell’ambito della pubblica amministrazione condotta negli ultimi anni nel territorio palermitano, sia per estensione degli accertamenti e per l’entità delle tangenti sia per il numero delle persone coinvolte. L’indagine ha preso il via tre anni fa quando alcuni esposti anonimi hanno segnalato irregolarità.

I pubblici dipendenti coinvolti nell’inchiesta in qualità di Pubblici Ufficiali compivano, dietro pagamento di una somma di denaro, atti contrari ai doveri d’ufficio consistenti nell’agevolazione degli esami, nelle attestazioni false di collaudi e verifiche di pratiche automobilistiche.

La massiccia attività tecnica svolta dagli investigatori ha consentito di filmare il passaggio di centinaia di mazzette. In particolare la consegna del denaro illecito avveniva attraverso le modalità più svariate come: il passaggio del denaro brevi manu all’atto del saluto, oppure la consegna del danaro in un cassetto della scrivania del pubblico dipendente corrotto, o la consegna di una cartella per pratiche, dove i privati corruttori infilavano il denaro e che, una volta riempita, era subito assicurata dal funzionario corrotto nel cassetto della propria scrivania. Non sono mancate le consegne particolari attraverso cioè un pacchetto di sigarette, imbottito di soldi, o celando il denaro sotto un posacenere del funzionario.

L’indagine ha messo in evidenza il meccanismo ideato dagli arrestati che prevedeva sistematicamente la falsificazione di documenti pubblici in cambio di illecite dazioni di denaro. Tale falsificazione spesso si estrinsecava in una retrodatazione che consentiva di fatto l’agevolazione di esami o pratiche che venivano svolti solo ”sulla carta”.

Circa gli esami per il conseguimento o per la revisione di patenti di guida l’indagine ha dimostrato come in realtà le sedute fossero di mera facciata, totalmente gestite dal titolare dell’autoscuola che spesso suggeriva le risposte al candidato che si presentava assolutamente impreparato.

Inoltre, i funzionari corrotti facevano in modo di manipolare l’ordinaria pianificazione delle sedute d’esame, nel senso di abbinare gli esaminatori ‘complici’ alle varie autoscuole ovvero cambiare le sessioni d’esame secondo le richieste dell’autoscuola ‘amica’.

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