Operazione Ps, 20 misure cautelari: Scoperti due clan coinvolti nel traffico di cocaina e hashish

Gli agenti della Squadra Mobile di Palermo, su delega della Dda, stanno eseguendo 20 misure cautelari con l’accusa, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico, anche internazionale, di stupefacenti. La piazza palermitana era infatti diventata snodo fondamentale, nel passaggio dall’ingrosso al dettaglio dello stupefacente.

Le indagini avviate nel 2015, hanno puntato proprio sui ‘grossisti’ dello stupefacente. Nel corso dell’operazione “Green finger” sono state smantellate due organizzazioni criminali, indipendenti ed estranee tra di loro, specializzate nel traffico di grossi carichi di cocaina ed hashish. Nel primo caso, sono state registrate le rotte, i collegamenti ed i rapporti tra i componenti del clan e soggetti della malavita internazionale che dall’Argentina, dopo tappe intermedie in Europa, avrebbero fatto giungere a Palermo grossi quantitativi di cocaina.

Nel secondo caso, i carichi di hashish sarebbero stati addirittura distribuiti in altre province e la piazza palermitana avrebbe assunto un ruolo di centro di smistamento. Gli indagati finiti in carcere nell’ operazione Green finger sono: Salvatore Drago Ferrante, 55 anni, Alessandro Longo, 36 anni, Alessandro Anello, 39 anni, Angelo Cacocciola, 41 anni, Tommaso Lo Verso, 41 anni, Giuseppe Faia, 33 anni, Francesco Antonino Fumuso, 52 anni, Giuseppe De Luca, 42 anni, Agostino Giuffré, 55 anni, Giuseppe Bronte, 25 anni, Mohammed Essarrar, 63 anni, Tiziana Urso, 44 anni. Ai domiciliari Leonardo Alfano, 28 anni, Giuseppe Chiavello, 43 anni, Gaetano D’Amore, 38 anni, Gianfranco Di Benedetto, 29 anni, Vincenzo Di Mario, 33 anni, Pietro Lo Duca, 31 anni, Sebastiano Lorefice, 42 anni, Roberto Pasca, 41 anni, Calogero Rio, 57 anni, Johnny Salerno, 24 anni, Pasqualino Urso, 47 anni.

Un allenatore di calcio al servizio dei trafficanti di cocaina, pronto a fare da corriere intercontinentale per la grossa organizzazione con base a Bagheria capeggiata da Salvatore Drago Ferrante, Calogero Rio, di 57 anni, residente a Termini Imerese, un passato da giocatore e poi da tecnico di diverse squadre dell’area madonita, nelle pagine della maxinchiesta sul business degli stupefacenti. Il mister, così come lo chiamano alcuni dei personaggi coinvolti nell’affare, è finito ai domiciliari perché, secondo il giudice, ha svolto in alcune occasioni le funzioni di corriere al servizio del sodalizio criminale senza però farne parte.
Drago Ferrante parlava di Rio con Emiliano Pasimovich, pure lui arrestato due anni fa: “… quando arriva il mister… fai una cosa prendi questi che ti consegna tutto eh… i 28 te li tieni per te, vai in quello di là ti fai dare il biglietto per come era stato fatto e mi devi fare la cortesia lo rifai se ci sono 200/300 euro di differenza mi dici mandami una West Union che non c’è problema…”. Secondo i pm, i due stavano parlando dei 28 mila euro che servivano per compare la droga. Rio sarebbe stato l’uomo incaricato di trasportare il denaro in Argentina. I primi di ottobre fece rientro a Palermo. I soldi li aveva consegnati, ma della cocaina non c’era traccia. Una circostanza mai chiarita.

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