Oggi la scomparsa di Paolo DEVE farci riflettere: non possiamo superare questo dolore senza trarne un insegnamento di vita

Di fronte ad un nemico invisibile ed impalpabile, che assume il volto possibile di ogni persona che incontriamo, di ogni relazione e di ogni rapporto, ci sentiamo improvvisamente indifesi, esposti e smarriti…. E quanto ci stiamo scoprendo tali oggi e in questi giorni.

È una fragilità che mette fuori gioco molte delle relazioni interpersonali e sociali. Una sospensione sine die del proprio modo di essere. Ma quando la minaccia è percepita e sperimentata come generalizzata allora non si può nascondere la morte.

Sfruttiamo questa occasione per essere migliori, è l’occasione per capire che il diverso vive accanto a noi e ha le nostre stesse paure e corre i nostri stessi rischi. Per dedicarsi a costruire e arricchire legami che ci rendono persone. Per recuperare il senso del limite, della nostra vulnerabilità come un valore. E con essa la capacità di contare sulle nostre forze, che sono enormi soprattutto se impariamo a cooperare, a guardare ai problemi dell’altro come ai nostri.

Facciamolo per Paolo e per tutti quegli amici e sconosciuti, uomini e donne, giovani e anziani, che ci hanno preceduto troppo presto con coraggio: non possiamo superare questo dolore senza trarne un insegnamento di vita per la nostra esistenza e il nostro futuro di uomini e di cittadini.

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