Stamattina assemblea davanti ai cancelli della fabbrica gli operai della Blutec di Termini Imerese, nel Palermitano, per fare il punto sulla vertenza dopo l’ultima, deludente, riunione nel Ministero dello sviluppo economico e alla luce dell’evoluzione delle vicende giudiziarie dei vertici aziendali.
Fim, Fiom e Uilm hanno espresso “preoccupazione per la situazione di stallo” e hanno fatto appello alle istituzioni, e in particolare al vicepremier Luigi Di Maio, che ha più volte inutilmente promesso che avrebbe sistemato tutto, “per trovare una soluzione immediata”.
I lavoratori rimasti senza ammortizzatori dal primo gennaio sono in attesa della firma per lo sblocco della cassa integrazione che comunque scadrà a fine giugno.
Intanto anche i 130 dipendenti riassorbiti in fabbrica temono per il futuro dopo l’inchiesta per malversazione ai danni dello Stato aperta dalla procura di Termini Imerese e trasferita a Torino dopo il pronunciamento del Riesame che ha rimesso in libertà il management di Blutec, anche se la società rimane sotto sequestro e gestita dal commissario Giuseppe Glorioso.
La vicenda ruota attorno ai 16 milioni di euro di finanziamenti pubblici assegnati a Blutec ma che secondo gli inquirenti sarebbero stati distratti; Invitalia, società pubblica, ha chiesto a Blutec il rientro dalle somme.
“La situazione è drammatica – ha detto senza mezzi termini il segretario della Fiom siciliana, Roberto Mastrosimone – perché il gruppo Blutec non è in grado di rispettare gli impegni per il rilancio dell’area industriale”.
“A questo punto – ha spiegato – il governo deve mettere il gruppo Fca(Fiat Chrysler Automobiles) di fronte alle sue responsabilità: se Fca dovesse confermare il disimpegno su Termini Imerese allora sia Invitalia a farsene carico e a trovare soluzioni industriali alternative coinvolgendo altre case automobilistiche per mettere fine al monopolio e rilanciare davvero la fabbrica”.
“In ballo – ha concluso – ci sono le vite di mille lavoratori con le rispettive famiglie”.
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