Nel 2018 buttato fuori dal suo alloggio popolare dall’amministrazione comunale, vince il ricorso

Sfrattato dall’alloggio popolare dove abitava da 25 anni, fa ricorso straordinario al presidente della Regione e ritorna a casa. È una storia con il lieto fine quella di Vincenzo Morreale, che trovatosi in mezzo alla strada da un giorno all’altro, ha preso carta e penna e con la consulenza degli avvocati Paolo Cirasa e Salvatore Sansone è riuscito a vincere il ricorso contro la decisione del Comune di Termini lmerese dell’Istituto autonomo case popolari.

La vicenda risale al settembre 2018, quando lo Iacp aveva invitato il Comune a revocare l’assegnazione dell’alloggio popolare, poiché «l’abitazione risulterebbe disabitata e priva di corrente elettrica». Quindi l’amministrazione comunale non aveva esitato ad emettere il provvedimento, in quanto «il distacco dell’energia elettrica presso l’alloggio popolare in questione non sarebbe stato temporaneo ma si sarebbe protratto per sei anni (dal novembre 2012 al novembre 2018). Non solo per questa motivazione, anche per la circostanza che l’alloggio fosse stato, nel frattempo, occupato da terzi».

Da qui il ricorso di Morreale, secondo cui «il Comune non avrebbe svolto puntuali indagini volte a verificare l’effettivo abbandono dell’alloggio», dal quale l’uomo si sarebbe allontanato solo in “determinati e brevi periodi per fare fronte alle gravi e delicate condizioni di salute della moglie». In più «non risponderebbe al vero che l’alloggio sarebbe stato sfornito di corrente elettrica per sei anni». Per dimostrare questa tesi, Morreale aveva allegalo le bollette di pagamento per la fornitura di energia elettrica relative all’anno 2014 e 2015 ed una dichiarazione del servizio elettrico nazionale che certifica la fornitura per il periodo 7 marzo – 26 luglio 2017».

Infine, sull’occupazione dell’alloggio da parte di altre persone, Morreale aveva evidenziato che era stato “abusivamente occupato da altre famiglie”, presentando a riscontro «apposite denunce-querele».

L’amministrazione «avrebbe dovuto richiedere informazioni anche ad altre società fornitrici di energia elettrica al fine di accertare la stipula di contratti con società diverse dal servizio elettrico nazionale, acquisire informazioni dai vicini, dispone ripetuti accessi ed in ore diversificate della polizia municipale».

Il ricorso è stato vagliato per un parere dal Consiglio di Giustizia Amministrativa (presidente Gabriele Carlotti, estensore Giovanni Ardizzone). I giudici hanno concluso sostenendo che i documenti prodoni da Morreale – dimostrano la carenza istruttoria e motivazionale dell’amministrazione.

Motivo percui ll governatore Nello Musumeci ha accolto il ricorso di Vincenzo Morreale.

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