Ministra Catalfo: in arrivo reddito di emergenza, ampliamento della cassa integrazione e del reddito di cittadinanza

L’introduzione di un reddito di emergenza, l’ampliamento di alcune settimane della cassa integrazione e l’allargamento del reddito di cittadinanza. Sono le misure alle quali sta lavorando la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo per far fronte all’ emergenza Coronavirus. “Sto lavorando a un reddito di emergenza per far arrivare redditi con procedura semplificata a tutte le famiglie in difficolta'”, ha annunciato la ministra in un’intervista a a Uno Mattina su Rai 1 spiegando che “ci sono famiglie senza reddito da lavoro che sono in condizioni di emergenza. Per queste abbiamo già stanziato 400 mln che vanno direttamente ai Comuni per affrontare l’emergenza alimentare e lavoriamo anche sull’introduzione del reddito di emergenza che possa arrivare a tutti coloro che sono in difficolta'”.

Il reddito di emergenza “verrà inserito nel decreto aprile”, ha assicurato Catalfo sottolineando che “pensiamo poi alla tutela dei redditi, delle imprese, dei liberi professionisti con un indennizzo che verrà potenziato ad aprile e maggio. Poi bisognerà pensare a misure che possano far ripartire l’economia con investimenti importanti per le imprese”. Non solo. E’ allo studio anche “un allargamento del reddito cittadinanza a tempo in modo tale da dare reddito e accelerare i consumi”, ha proseguito Catalfo. Quanto alla durata della cig, “nel primo decreto l’abbiamo prevista per 9 settimane, ma conto con il decreto aprile di rifinanziarla e, laddove necessario, ampliarla di alcune settimane”, ha concluso la ministra.

“Priorità assoluta è consentire a milioni di cittadini di avere la liquidità immediata per riempire il carrello della spesa e a milioni di imprese di evitare il fallimento. Servono risposte tempestive. La strada imboccata dal Governo sugli ammortizzatori sociali rischia di perdersi nelle lunghe procedure burocratiche, dato che le preventive procedure sindacali non potranno essere esperite puntualmente causa l’elevato numero di istanze”, dice Andrea Cafà, presidente di CIFA-Confederazione Italiana Federazioni Autonome che, rispetto alle misure adottate con il DL Cura Italia, invita il Governo Conte a ulteriori interventi al fine di dare immediatezza alle misure economiche. “Ci troviamo in una situazione paragonabile, in termini economici e sociali, a un’emergenza bellica.

Mentre c’è chi chiede di attrezzare gli spacci militari, di fornire di tessera le famiglie rimaste senza reddito, di far scendere in campo l’esercito per gestire la distribuzione alimentare, gli enti preposti si muovono con difficoltà nell’erogare le risorse a chi ne ha diritto perdendosi in procedure che oggi non hanno motivo d’essere. A situazioni eccezionali si risponde con misure e tempistica eccezionali. Così, non comprendiamo perché l’attivazione di misure straordinarie debba passare dall’obbligo di informazione e consultazione sindacale o perché l’erogazione della Cassa integrazione in deroga venga subordinata al preventivo accordo tra Regioni e parti sociali. Mal si comprende, poi, perché lo stato abbia concesso 80 milioni di euro ai Fondi di Solidarietà Bilaterale come FSBA, mettendo lo stesso nelle condizioni di richiedere a migliaia di imprese artigiane il versamento degli ultimi 36 mesi di contribuzione per accedere all’ammortizzatore sociale”.

“Probabilmente, è stato un errore ripercorrere l’impostazione data dal nostro ordinamento in materia di ammortizzatori sociali per fornire un sostegno alle aziende che hanno dovuto sospendere le attività. Seguire il meccanismo tradizionale di riconoscimento degli ammortizzatori sociali, in una situazione eccezionale come questa, porterà imprese e professionisti a imbrigliarsi in procedure burocratiche e in interpretazioni normative che toglieranno il carattere d’immediatezza alle misure di sostegno e taglieranno fuori dai benefici tanti lavoratori. Il nostro pensiero va a quelli assunti dopo il 23 febbraio per i quali le aziende non potranno chiedere l’intervento degli ammortizzatori sociali, alle colf e badanti anch’esse escluse dal provvedimento e perché no, calando la maschera dell’ipocrisia, anche ai tanti lavoratori spesso costretti a operare in condizioni di non regolarità”. Il presidente di CIFA esprime sostegno ai Consulenti del Lavoro che in questi giorni lavorano incessantemente nell’interesse delle imprese.

Auspica che “il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo intervenga quanto prima per semplificare ancor più l’accesso alle forme d’integrazione del reddito istituendo un unico ammortizzatore sociale così da consentire a tutti i cittadini di far fronte rapidamente ai bisogni di prima necessità”. “Ecco perché condividiamo in pieno le esternazioni della presidente nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone che, in una nota inviata al presidente Conte, invoca il riconoscimento di un ‘ammortizzatore sociale unico’ di facile e immediata erogazione che liberi aziende e professionisti da inutili passaggi burocratici. Questo consentirebbe di erogare le integrazioni salariali entro il 15 aprile, cosa che, allo stato attuale, appare improbabile”.

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