Manovra finanziaria 2011 ufficiale: pensioni. Cosa cambia. Età e contributi necessari

Tagli alle agevolazioni fiscali per imprese e soprattutto famiglie, tagli ai costi della politica, reintroduzione dei ticket sanitari, a partire già dal prossimo lunedì, aumento graduale dell’imposta di bollo sul dossier titoli, e ancora, privatizzazioni, liberalizzazioni, congelamenti degli stipendi statali e, immancabili, il capitolo pensioni: sono queste le principali novità della manovra finanziaria 2011.

Controversa la questione sulle pensioni e la novità è che tutti lasceranno il lavoro più tardi. Resteranno più a lungo al lavoro anche coloro che, dal prossimo gennaio, raggiungeranno 40 anni di contributi.

Dopo, dunque, la misura della finestra mobile per tutti i lavoratori, per cui bisogna attendere ancora 12 mesi tra la maturazione dei requisiti e la decorrenza della pensione per i lavoratori dipendenti e 18 mesi per gli autonomi e i lavoratori andranno in pensione a 41 o a 41 anni e mezzo, rimettendoci tra l’altro l’ultimo anno o anno e mezzo di contributi perché il massimo di anzianità utilizzabile per il calcolo della pensione è rimasto a 40 anni, ora il nuovo emendamento stabilisce che chi va in pensione con 40 anni di contributi dovrà aspettare un altro mese in più rispetto alla finestra mobile nel 2012, due mesi nel 2013 e tre mesi nel 2014.

Questo significa che un lavoratore dipendente nel 2014 potrà lasciare il lavoro senza il requisito dell’età solo dopo 41 anni e tre mesi. Vanno in pensione con la vecchia finestra mobile solo coloro che maturano i requisiti entro il 31 dicembre di quest’anno e i primi 5 mila lavoratori in mobilità che li matureranno nel 2012.

Il decreto emendato prevede poi che l’aggancio triennale dell’età pensionabile alla speranza di vita scatti già dal 2013 anziché dal 2014 come prevedeva il testo iniziale del decreto e di scatto in scatto, secondo le stime, nel 2050 per andare in pensione di vecchiaia ci vorranno circa 70 anni.

Le pensioni, tranne quelle fino a tre volte il minimo, subiranno un taglio dell’adeguamento al costo della vita, e sui trattamenti superiori a 90 mila euro l’anno scatterà un prelievo straordinario.

Sulle pensioni più ricche scatta, dal primo agosto 2011 e fino al 31 dicembre 2014, un prelievo straordinario: del 5% sugli importi superiori a 90 mila euro lordi l’anno e fino a 150 mila euro, del 10% per la parte eventualmente eccedente. A formare l’importo concorrono anche i trattamenti di pensione integrativa.

Sale dal 45 al 70% l’indice di indicizzazione delle pensioni medie, ammontanti a circa il triplo degli assegni minimi, viene confermata la piena indicizzazione per quelle inferiori a quella soglia e l’azzeramento per quelle superiori a cinque volte il minimo.

Anticipa al primo gennaio 2013 l’aggancio delle pensioni all’aspettativa di vita, i lavoratori che matureranno i requisiti per la pensione di anzianità nel 2012 dovranno posticipare di un mese il loro collocamento a riposo, infine, previsto un contributo di solidarietà fino al 2014 per le cosiddette pensioni d’oro, cioè superiori ai 90 mila euro annui. Il contributo ammonta al 5% per la parte eccedente i 90.000 euro, e al 10% per la parte eccedente i 150.000 euro.

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