M5S: Abbiamo scoperto che il dirigente regionale Mauro Verace è stato ARRESTATO!

Comunicato su Facebook

Abbiamo scoperto che il dirigente regionale Mauro Verace è stato ARRESTATO!
Chi è Mauro Verace? È colui che ha firmato l’autorizzazione per ECOX, e che nella precedente conferenza di servizi aveva dichiarato davanti ai nostri consiglieri comunali che la mozione del M5S contro ECOX (votata dall’intero consiglio comunale) fosse priva di valore in quanto politica e non tecnica.

Qui sotto riportiamo l’articolo apparso su Repubblica
Politica, tangenti, mafia: ecco l’affare rifiuti. Cosa nostra dietro la discarica di Melilli
La mafia mette le mani sul business dei rifiuti in Sicilia e nel Paese. E lo fa attraverso tangenti ai funzionari regionali per ottenere autorizzazioni ambientali. Ma anche, e soprattutto, grazie ad entrature politiche e intermediari che consentono di avere rapporti diretti con ministri, vice ministri, e poi appalti di Stato, dallo smaltimento dei rifiuti speciali dell’Ilva di Taranto ai contratti su grandi opere da far avere ad altri imprenditori amici, come la condotta fognaria di Acicastello. Ecco il quadro drammatico della corruzione che emerge dalle carte dell’indagine della procura di Catania che ieri ha alzato il velo su un grande affare in particolare: quello della discarica di rifiuti speciali di Melilli gestita dalla Cisma, azienda riconducibile all’imprenditore Nino Paratore e al figlio Carmelo, che sarebbero legati a Cosa nostra catanese.

I Paratore avevano individuato in due funzionari regionali, Gianfranco Cannova del dipartimento Ambiente che lavora nel rilascio di autorizzazioni e Mario Corradino, funzionario del dipartimento Infrastrutture da poco in pensione, i ganci. A loro i Paratore pagano diverse tangenti in denaro per entrare nella macchina burocratica regionale. I due si attivano per fare pressioni su altri dipendenti regionali. Soprattutto per un problema che assillava i Paratore: ampliare la discarica di rifiuti speciali, avere l’autorizzazione ambientale, ed evitare poi i controlli sul rispetto delle norme ambientali nello smaltimento. Ma il piano si scontra con l’ostinata opposizione dell’ex dirigente generale Marco Lupo e del suo collaboratore Antonio Patella. I due si rifiutano di rilasciare l’autorizzazione perché si accorgono che manca un certificato ambientale.

La Cisma fa ricorso al Tar e si scopre che anche la procura di Siracusa apre un fascicolo: sia il Tar sia il tribunale ordinario nominano però consulente Mauro Verace, ieri finito agli arresti domiciliari, che poi da funzionario regionale nello stesso ufficio di Patella firmerà anche i provvedimenti che aiutano i Paratore in «palese conflitto d’interesse », aggirando così lo stop di Lupo e Patella. La Cisma ottiene non solo l’autorizzazione all’ampliamento dell’impianto ma nel provvedimento firmato da Verace guarda caso salta anche la prescrizione sul fatto che la discarica poteva ricevere rifiuti solo da Siracusa: grazie a questa “dimenticanza”, alla Cisma arriveranno i rifiuti di mezza Italia, compresi quelli dell’Ilva. Ma prima di ottenere questa autorizzazione i Paratore fanno di tutto per fare pressioni illecite.

«Questi mi minacciano — dice Lupo a Patella — mi hanno fatto arrivare messaggi da tutto l’universo mondo politico…Questa autorizzazione vale 50 milioni di euro, sono capaci di rovinarti la vita perché hanno contatti con tutti». Per prima cosa si attiva il funzionario Corradino, che incontra Mario Parlavecchio, anche lui funzionario ed ex assessore e deputato regionale: da lui viene a sapere che «Antonio (Patella, ndr) sta creando qualche problema». Corradino cerca quindi contatti anche con il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti tramite «l’onorevole palermitano Saverio Romano, grazie al quale riesce ad avere l’appuntamento con il ministro». Al ministero vanno Romano e Corradino «e ne escono dopo un’ora», scrivono gli inquirenti.

Ma perché tanta fretta di ampliare la discarica, come poi avverrà grazie al provvedimento di Verace? In ballo c’era il mega contratto con l’Ilva di Taranto, commissariata dal ministero dello Sviluppo economico. E come attengono questo contratto? Qui entra in gioco l’imprenditore casertano Carlo Savoia «contiguo alla Camorra». Scrivono gli inquirenti: «Grazie all’intermediazione di Savoia, Carmelo Paratore riusciva ad incontrare il vice ministro dello Sviluppo economico e quindi a concludere ai primi di marzo 2015 un contratto per lo smaltimento dei rifiuti con l’Ilva di Taranto».

Grazie ai loro rapporti, in particolare questa volta con Carmelo Messina dell’Unione amicizia Italia- Turchia ed ex responsabile relazioni esterne delle Ferrovie, i Paratore entrano in contato anche con Invitalia e vanno la seguito della missione dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi in Cina per fare affari lì. E grazie a Messina ricevono nella discarica di Melilli perfino l’ambasciatore turco in Italia, al quale spiegano intenzione di voler aprire un impianto in Turchia.

Insomma, i Paratore, legati a Cosa Nostra, potevano arrivare davvero ovunque, come diceva Lupo. Ma una cosa è certa: il conto lo hanno pagato i siciliani, perché a Melilli sono arrivate 350 mila tonnellate di rifiuti speciali smaltiti in maniera illecita e fuori controllo. Con il rischio di gravi danni all’ambiente, che confermano i dubbi e le proteste dei cittadini.

0
HeartHeart
0
HahaHaha
0
LoveLove
0
WowWow
0
YayYay
0
SadSad
0
PoopPoop
0
AngryAngry
Voted Thanks!

Commenti

commenti