Denunciare i mafiosi è possibile. È possibile vincere anche la paura, come è successo a Borgo Vecchio, uno dei quartieri più storici di Palermo.
I boss, con la solita arroganza, rastrellano le attività economiche, ma stavolta hanno trovato delle resistenze. I bravissimi Carabinieri e la qualificata Dda di Palermo hanno fatto il resto. Per il capomafia Angelo Monti e per tutti i suoi accoliti non c’è stato scampo.
Bene, bisogna andare avanti così. È necessario capire che il pizzo serve a mantenere in vita l’organizzazione mafiosa, assicurandone la capacità di finanziamento delle famiglie mafiose, attraverso un controllo asfissiante del territorio. Si tratta di una sorta di welfare mafioso, alimentato dalle risorse e dalle fatiche dei negozianti e dei piccoli imprenditori.
Ovviamente lo Stato deve mantenere le garanzie di sicurezza promesse a chi denuncia e non mollare dopo i primi successi. Allo stesso modo, bisogna aumentare gli incentivi alla denuncia e disincentivare chi ancora si ostina a piegare la testa, a farsi prima umiliare e poi distruggere dai boss mai sazi e sempre vigliacchi.
Tanto di cappello, quindi, ai commercianti e agli imprenditori che hanno avuto coraggio e hanno denunciato. Ritengo pienamente condivisibile la scelta del Comandante Provinciale di Palermo, generale Arturo Guarino, di dare particolare risalto alla collaborazione degli esercenti, e quella del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di recarsi a Palermo per stringere la mano a chi ha saputo abbattere il muro della paura e il clima di omertà e ha denunciato le richieste estorsive.