L’on Sunseri rinviato a giudizio per diffamazione

Imputazione coatta per il deputato regionale del M5S, Luigi Sunseri, per il reato di diffamazione ai danni della giornalista Mariella Pagliaro del Giornale di Sicilia. Lo ha deciso, durante l’udienza preliminare, il Gip di Palermo Annalisa Tesoriere, che ha ordinato al PM di esercitare l’azione penale nei confronti del politico.

Un post pubblicato sulla pagina Facebook del deputato pentastellato che riprendeva a sua volta poche righe di un articolo uscito sul GdS e poi comparso sulla pagina social dello stesso: nel post Sunseri aggiungeva un commento con cui “forniva un’interpretazione personale e arbitraria – annota il GIP nella sua ordinanza – del tutto difforme dal significato letterale dell’articolo stesso”.

Nell’articolo del quotidiano in questione la cronista scrisse “Roberta potrebbe aver firmato la sua condanna a morte con l’ingenuità dei suoi 17 anni”, individuando il movente della violenza in alcuni messaggi scambiati con un coetaneo poche ore prima di essere uccisa dal fidanzatino, attualmente alla sbarra per l’omicidio.

L’on. Sunseri riprendendo l’attacco del pezzo della cronista scrisse “… parole gravi, pericolose e indegne. Chieda a scusa a Roberta… e a tutte le donne… Quella frase mi fa veramente schifo”, attribuendo alla giornalista un giudizio sulla povera ragazza.

Il deputato, così commenta in post sulla sua pagina Facebook pubblicato oggi 13 aprile:

Ho sempre pensato che le parole abbiano un peso. E lo penso ancor di più quando si parla delle donne e della loro difesa dalla violenza altrui. È un tema su cui sono sempre stato molto sensibile, da uomo e da padre.
L’omicidio di Roberta fu particolarmente cruento, mi colpì molto e scosse intere comunità. In quell’occasione, le parole utilizzate dalla giornalista non mi erano piaciute. E, probabilmente, non erano piaciute nemmeno al direttore del giornale, tanto che, poco dopo la pubblicazione del mio post, l’articolo fu parzialmente modificato. Proprio nelle parti che non mi erano piaciute.
Ma la giornalista ha ritenuto opportuno presentare, comunque, una querela contro di me, relativamente alla quale il pubblico ministero aveva chiesto l’archiviazione. Il GIP, invece , ha disposto l’imputazione coatta.
La libera manifestazione del pensiero è un diritto costituzionalmente garantito. Mi auguro che, nel corso del processo, venga riconosciuto. Sono molto sereno e ho massima fiducia nella giustizia.

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