L’infrastruttura può attendere

C’è il nodo ferroviario di Palermo e il porto d’Augusta, l’interporto di Termini Imerese e il progetto per il Polo intermodale di Catania. In tutto 18 opere cantierabili o già cantierate in Sicilia, che vanno a rilento per mancanza di finanziamenti o che sono bloccate per motivi burocratici e che solo per le opere ancora da appaltare valgono 1,5 miliardi. La fonte è l’assessorato regionale alle Infrastrutture guidato da Pier Carmelo Russo che ha stilato un elenco dettagliato delle infrastrutture siciliane finanziate all’interno del Pon Trasporti, del Po Fesr o con i fondi Fas: strade, autostrade, scali aeroportuali, porti e interporti. Ad aprire la black list, il tratto autostradale Rosolini-Modica, inaugurato provocatoriamente qualche settimana fa con un falso taglio del nastro proprio per denunciare lo stato di paralisi delle opere pubbliche sull’isola. Un caso-simbolo: i 339 milioni per l’opera ci sono ma manca, dal novembre 2011, l’approvazione della scheda Grande progetto da parte della Commissione europea: si tratta di un passaggio indispensabile, spiegano dall’assessorato, «per potere emettere il decreto di finanziamento definitivo che serve al Consorzio autostrade siciliane per inoltrare il progetto esecutivo per la definitiva approvazione da parte di Anas». L’iter dell’infrastruttura, finanziata con fondi nazionali (213,25 milioni) e europei (126,47 sul Po fesr 2007-2013), è fermo.

Ma è l’intero sistema delle infrastrutture a essere in tilt per una serie di ostacoli: dal rispetto del Patto di stabilità alla riprogrammazione dei fondi Fas 2000-2006 imposta dal Cipe, per finire alla recente direttiva della direzione generale Competitività di Bruxelles secondo cui le opere pubbliche gestite a tariffa devono ottenere il visto anti concorrenza destinato agli aiuti di Stato. Risultato? Il blocco immediato delle gare per gli interporti di Catania e Termini Imerese e per il potenziamento del porto di Augusta.Ma torniamo all’elenco. Per restare alle autostrade sono fermi persino gli interventi per mettere in sicurezza l’assetto viario: quattro interventi inseriti nel Piano Sud, cantierabili e con finanziamento deliberato dal Cipe ad agosto 2011 per circa 58 milioni di cui 28 milioni per l’A18 Messina-Catania e circa 30 milioni per l’A20 Messina-Palermo. A frenare l’avvio dei cantieri è la mancanza della sigla dell’accordo istituzionale Stato-Regione. Ancora: se per l’itinerario Nord-Sud, Santo Stefano di Camastra-Gela, una delle grandi opere del Po Fesr 2007-2013, mancano all’appello ancora 347 milioni.

La buona notizia riguarda i lavori per il collegamento viario Ragusa-Catania, per cui è in corso una procedura di project financing: le opere valgono 800 milioni e sono state sbloccate ma la mancata stipula della convenzione con il ministero dell’Economia le ha tenute ferme a lungo. Bloccato anche l’appalto per la realizzazione dello svincolo Regalsemi a Licodia Eubea sull’A19 Palermo-Catania. La gara bandita dall’Anas è stata sospesa perché la Commissione europea ha giudicato l’opera inammissibile come Grande Progetto Pon Reti e Mobilità e adesso si tenta di spostare l’infrastruttura su altri assi di finanziamento. «Ma la situazione di stasi riguarda gran parte delle infrastrutture legate ai trasporti», dice Russo. Opera problematica è quella del Nodo metropolitano di Palermo (da quasi un miliardo) cofinanziata per 280 milioni dal Po-Fesr Sicilia, finita nel mirino della Procura per infiltrazioni mafiose. «Sono state individuate le responsabilità – aggiunge Russo – ma occorre spiegare alla Commissione europea quali sono le azioni intraprese per evitare che ciò accadesse. Solo così si può impedire che la Ue avvii un procedimento di decertificazione della spesa per oltre 121 milioni o mandi all’aria il finanziamento.

Risposte che deve dare il commissario straordinario dell’opera che declina l’invito al confronto con la Regione». Qualche settimana fa lo stesso Russo ha dichiarato lo stato di impotenza della Regione rispetto ad alcuni ritardi. La percentuale di fondi del Po Fesr gestiti direttamente da società ministeriali come Anas, Rfi è di oltre il 70% del totale. La Regione ha titolarità solo sull’8,79% dei fondi destinati alle infrastrutture, appena 133 milioni. «Ecco perché l’istituzione della task force tra Regione, ministeri e Bruxelles diventa fondamentale per sbloccare la spesa e la cantierizzazione delle opere», dice ancora Russo. Tra le altre opere a rilento, è ferma per motivi burocratici legati alla Regione, da luglio, anche la velocizzazione della rete ferroviaria Palermo-Agrigento (94,26 milioni). Per il riappalto dei lavori di scavo di una galleria serve riscrivere il regolamento attuativo delle leggi di polizia mineraria.

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