Nel degrado il settecentesco ponte sul fiume San Leonardo, tra Termini Imerese e Trabia, nel palermitano. A denunciare lo stato di totale abbandono in cui si trova la maestosa architettura è l’Associazione SiciliAntica con una lettera scritta al sindaco del Comune di Termini Imerese e alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo.
LA LETTERA – «Nonostante il monumentale ponte, alcuni anni fa sia stata sottoposto, da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo, ad un pregevole intervento di restauro conservativo – scrive nella lettera Alfonso Lo Cascio, della presidenza regionale di SiciliAntica – una assoluta mancanza di manutenzione e l’assenza di costanti lavori di pulitura ha trascinato nel degrado la superba opera architettonica. Larghe crepe si sono aperte nella zona dove la struttura stessa si collega al piano di campagna e che rischia, in un eventuale cedimento, di trascinare parte della lunga rampa laterale. Ulteriore preoccupazione destano inoltre alcuni elementi dell’arcata centrale che mostrano iniziali segni di distacco e che andrebbero attenzionati con grande cura».
LA STORIA – L’Associazione chiede un immediato intervento al fine di bloccare lo stato di degrado ed evitare il crollo di parte del monumento che giorno dopo giorno appare sempre più probabile. Il Ponte sul fiume S. Leonardo fu edificato nel 1721 sotto il regno di Carlo VI d’Asburgo dall’architetto regio Agatino Daidone. L’ardita architettura, con un’ampia arcata centrale a tutto sesto e una piccola arcata laterale, a schiena d’asino e con due rampe laterali perpendicolari al suo asse, fu innalzato dopo che sullo stesso corso d’acqua ne erano stati costruiti precedentemente altri, andati, per vari motivi, distrutti. L’audace ponte in pietra arenaria ebbe principalmente lo scopo di rendere la struttura sicura nei confronti delle esondazioni del fiume, obiettivo raggiunto grazie alla realizzazione di alti piloni che contemporaneamente contribuivano a dare slancio e monumentalità all’opera. Possente e solida, fu ornata al culmine da un altorilievo scolpito nella calcarenite che ritraeva una figura umana dormiente, collocata sulla sommità dell’arcata principale con una breve iscrizione, quasi a giustificare il motivo stesso della sua edificazione: «Secura quiete». Per due secoli l’ingegneristica costruzione settecentesca ha assicurato il collegamento carrabile con Palermo. Nella prima metà del Novecento fu inserito da una rivista tra i dodici ponti più belli del mondo.