Landini: 27 mln a Montezemolo, mentre a Termini Imerese 1.500 lavoratori a rischio

Il segretario della Fiom, Maurizio Landini, ha sottolineato che mentre nello stabilimento di Termini Imerese sono a rischio gli ultimi posti di lavoro rimasti, la Fiatha dato 27 milioni di euro di buonuscita al presidente uscente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo.

“Il punto vero è questo: non vorrei trovarmi tra qualche settimana di fronte al fatto che a Termini Imerese aprano ai licenziamenti e che la Fiat chiuda definitivamente lasciando a casa 1.500 persone, mentre in questi giorni ha dato 27 milioni a Montezemolo. Le due cose assieme non ci stanno. Se Marchionne vuole discutere di cose concrete noi siamo pronti, perché è da anni che ci stiamo battendo affinché non si indebolisca il paese portando via le produzioni. Di questo mi piacerebbe discutere. Sarebbe utile che, anziché dare lezioni su cosa dovrebbe essere fatto in Italia, si iniziassero a fare degli investimenti in Italia”, ha affermato Landini, a margine di un convegno su lavoro e legalità, riferendosi all’ad Sergio Marchionne.

“Ha parlato di sindacati minoritari – ha poi puntualizzato riferendosi alle frasi dell’ad da Cernobbio -, mala Fiom non è un sindacato minoritario. Se Marchionne si è accorto che fare accordi con sindacati minoritari non lo porta da nessuna parte io sono contento. Se invece polemizza conla Corte costituzionale, deve capire che in Italia, come in altri paesi,la Costituzione è una cosa seria”.

Il segretario della Fiom ha poi parlato del premier, affermando che Renzi non potrà far meglio degli ultimi tre predecessori a Palazzo Chigi se continua il loro “lavoro sporco” fatto di provvedimenti dettati dai vincoli europei: “Allo stato attuale non riesco a vedere come possa Renzi fare delle cose diverse. C’è una battaglia da fare, non mi pare abbia posto il problema di aprire una discussione su nuove forme di funzionamento della Bce o su come possano ripartire gli investimenti. Non vorrei, da quello che leggo sui giornali, che adesso la vera riforma strutturale sia la completa cancellazione dell’articolo 18. Se questa fosse la grande riforma che si porta in Europa sarebbe la follia. Se i diritti vengono venduti per un po’ di soldi siamo semplicemente dentro la logica che in questi anni ci ha portato al disastro”.

“C’è tutta questa discussione -h aproseguito il sindacalista- che i conti non tornano, noi pensiamo invece che i soldi ci siano e che bisogna andare a prenderli dove sono perché senza il far ripartire un piano di investimenti straordinari, pubblici e privati, non si va da nessuna parte. C’è anche un problema di etica nel fare l’imprenditore e nel governare. Per questo è fondamentale che onestà e competenza tornino a essere un punto di fondo dell’azione”.

Il Governo, ha concluso Landini, “deve intervenire e decidere: bisogna far rientrare i capitali dall’estero, fare le norme antiriciclaggio, combattere seriamente l’evasione fiscale, il falso in bilancio. Qui siamo a un banco di prova. Adesso le parole sono finite, bisogna passare ai fatti. Il nostro giudizio sui governi, come sempre in autonomia, è su cosa concretamente viene fatto. Allora, siccome la situazione è drammatica e si rischiano nei prossimi mesi migliaia di licenziamenti perché finiscono le casse e chiudono o vengono trasferite le produzioni, per impedire tutto questo bisogna far ripartire l’investimento e andare a prendere i soldi dove sono, ridando fiducia a questo paese”.

 

 

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