Riccardo Pumilia, 41 anni, manager di Termini Imerese, è stato trovato quasi due giorni or sono appeso ad una fune ormai privo di vita nella sua villa di Scopello, ubicata presso il residence Baia luce. L’appartamento era chiuso dall’interno, così si è sospettato il suicidio, ma ci sono molti punti oscuri sulla tragica fine del manager.
Anzitutto, quelle mani legate dietro la schiena. E’ possibile preparare la morte in quel modo? Sì, teoricamente è possibile, ma non è agevole, a meno che Riccardo Pumilia volesse impedire a se stesso di cercare un rimedio alla scelta appena compiuta. Legando le mani dietro la schiena e offrendo il collo alla corda, non avrebbe potuto esserci scampo per lui.
Quella porta chiusa all’interno sembra avvalorare la tesi del suicidio, che ha lasciato senza fiato e increduli congiunti ed amici. Gli inquirenti, tuttavia, devono valutare altre circostanze: è possibile, infatti, uscire dalla villa attraverso altre, seppure meno agevoli, percorsi.
Il corpo del manager, trasportato a Trapani. dovrà essere sottoposto a esame autoptico al fine di accertare le cause della morte.
Riccardo Pumilia era il nipote di Lillo Pumilia, una delle figure storiche della Democrazia Cristiana siciliana ed era un dirigente della Cibrogest, azienda che produce succhi di frutta a Trmini Imerese.
Il ritrovamento del corpo e le circostanze, ancora non chiare del decesso, lasciano senza risposta molte domande. Era benvoluto e con la testa sulle spalle. Nessuna elemento, allo stato, spiegherebbe il tragico gesto, né il movente dell’assassinio.
Perché, si chiedono in tanti, si è recato a Baia Luce per togliersi la vita? Potrebbe avere incontrato qualcuno. L’autorità giudiziaria è al lavoro.