La lettera di Mons Lorefice: un’economia avvelenata dalla logica speculativa che non si fa scrupolo di utilizzare anche mezzi poco leciti per raggiungere il fine scellerato del facile arricchimento di pochi a danno di molti

Cari lavoratori,
attraverso il vicario Episcopale don Antonio Mancuso, i parroci e I sacerdoti di Termini Imerese, desidero esprimere la mia vicinanza e la mia solidarietà a voi e alle vostre famiglie I questo momento di grande trepidazione e incertezza.
La vicenda di Termini, dello stabilimento ex Fiat, soprattutto dopo gli ultimi eventi, è complessa, come tante altre vertenze che derivano dal processo di deindustrializzazione e di rilocalizzazione dei fattori produttivi, e la complessità chiede di essere affrontata con uno sguardo ampio e articolato, esplorando soluzioni inedite, Individuando percorsi nuovi condivisi e partecipati da tutti.
La situazione che le persone e le famiglie di questo territorio di Termini Imerese – da tanti anni ormai travolto da precarietà e incertezza – stanno attraversando è frutto di politiche pubbliche e strategie aziendali che hanno smarrito il valore della persona, il senso del lavoro e l’orientamento del bene comune: un’economia che schiaccia e mortifica la dignità umana, che non si prende cura del territorio e dell’ambiente, che produce un’iniqua distribuzione delle risorse e dei vantaggi del processo produttivo. Un’economia avvelenata dalla logica speculativa che non si fa scrupolo di utilizzare anche mezzi poco leciti per raggiungere il fine scellerato del facile arricchimento di pochi a danno di molti.
Invito quanti hanno una responsabilità o esercitano una competenza in questa vicenda — in particolare il Ministero del Lavoro, la Regione e gli Enti locali – a spendersi operosamente per una soluzione possibile, alzando lo sguardo e volgendo il pensiero alle generazioni future, tenendo insieme primato della persona, economia, società e-ambiente. Faccio dunque appello affinché sì possano ricercare tali soluzioni possibili, ponendo in essere ogni sforzo necessario e concreto perché non venga meno in questo territorio una realtà così importante che ha garantito per tante famiglie e persone una vita serena e sicura.
II vostro dramma, carissimi lavoratori, ci riguarda tutti. La condivisione reale e sincera questo vostro problema sono certo che vi aiuterà ad affrontare con coraggio, spirito di solidarietà e speranza un momento così drammatico, che ci auguriamo possa risolversi bene al presto possibile.
Noi continueremo a sostenervi, a starvi accanto, a far sentire la vostra voce. A dare eco al vostro grido perché giunga a Colui che – come ci testimonia la Bibbia – ascolta il grido degli uomini, degli oppressi e dei sofferenti, di colui che abbassa i potenti e alza gli umili.
Vi abbraccio e vi assicuro la mia preghiera. Il Signore Gesù vi protegga e vi benedica.

+ Corrado
Arcivescovo di Palermo

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