La Giustizia nella fase 2: ripresa necessaria e obbligata con tutte le cautele necessarie

Ad aprire questo servizio sulle problematihe legate alla Giustizia in questa fase II dell’emergenza COVID-19, è l’avvocato Rocco Chinnici della Camera Penale: “Da 70 giorni siamo stati isolati ma non siamo stati in silenzio. Abbiamo sempre tenuto aperta la porta del dialogo e del confronto, ma dall’altra parte il silenzio.
Come diceva Goethe “PARLARE È UNA NECESSITÀ, ASCOLTARE È UN’ARTE.” In questi mesi si è parlato tanto e ascoltato poco o quasi niente.
Da domani la mia vita cambia. Posso alzarmi e andare al bar a prendere un caffè, poi barbiere, fare shopping, poi aperitivo, cena, incontrare amici e parenti, fare il giro dell’isola. Potrò invece lavorare? No, non sia mai, in Tribunale ci si infetta.
Secondo studi approfonditi dei virologi legali, in Tribunale potrebbero tutti subire il contagio da parte nostra, perché il virus siamo noi. E’ vergognoso quello che stiamo vivendo, decine di protocolli di misure organizzative che non hanno tenuto conto della voce dell’avvocatura. Nel medesimo distretto, nonostante la situazione emergenziale è identica, abbiamo protocolli e provvedimenti diversi. I Presidenti di Tribunale hanno disposto una proroga per tutto il mese di maggio di “paralisi totale” e da maggio ad agosto avremo un “palliamento” ( per chi non comprende il significato, organizzerò un evento formativo “ad hoc”).
Ed allora cosa facciamo? Tutti a mare, ci rivediamo a settembre, nel frattempo giochiamo se sopravviviamo.
A Termini venerdì si è celebrato un solo processo in tutto il Tribunale. Il deserto. In Procura si riceve il pubblico soltanto tre volte a settimana con appuntamento, e già devi tenere in considerazione almeno una settimana di attesa. Attendiamo ancora notizie dei rinvii delle udienze, perché i provvedimenti sono stati emessi a distanza di mesi, ingolfando le cancellerie. Abbiamo chiesto una modifica delle misure organizzative, ma non abbiamo ricevuto risposta. E allora vogliamo diventare veramente virali??? Facciamo diffondere il virus della bellezza della nostra professione, il virus dell’orgoglio dell’avvocatura. Si, noi vogliamo non una ripresa fittizia ma reale delle attività giudiziarie. Una ripresa necessaria e obbligata con tutte le cautele necessarie (dispositivi di protezione, sanificazione locali, igienizzanti, distanziamento, fasce orarie di trattazione,…).
Noi torneremo in aula con la toga e mascherina, per continuare ad essere a servizio del cittadino, diventando suo tramite e strumento, per cercare verità e giustizia.
Ciascuno faccia il suo dovere. “Intelligenti pauca”.
p.s. per chi non lo ha capito il virus è in agitazione

Il Movimento Forense sez. Himerese ed il suo Direttivo, in linea con i rapporti di collaborazione e di costante interlocuzione con gli Uffici di Presidenza, preso atto delle “misure organizzative” adottate nel periodo dal 12.5. al 31.07, considerata la delibera adottata dal Consiglio dell’Ordine nel corso della seduta del 09.5.2020, letta la nota di riscontro pervenuta stamane dall’Ufficio di Presidenza, in esito alla Assemblea degli iscritti all’associazione, non può non può non osservare come le stesse appaiano limitative dell’attività giurisdizionale nel circondario e, conseguentemente, incidano sui diritti di difesa del cittadino.
Si chiede, pertanto, che, per il settore Civile, per il periodo dal 12.05 al 31.05, la trattazione da remoto o scritta delle udienze sia estesa a tutte quelle per le quali l’attività processuale lo consenta, ad eccezione delle escussioni testimoniali, includendo i procedimenti di pignoramento presso terzi, le separazioni personali consensuali nonché le udienze di cessazione degli effetti civili del matrimonio, ove venga allegata rinuncia alla comparizione personale delle parti, nonché i giuramenti dei Ctu, qualora l’attività peritale possa svolgersi senza pregiudizio ed in sicurezza.
Si chiede altresì di voler estendere anche al settore Penale la trattazione da remoto delle cause di distribuzione, di rinvio, dei patteggiamenti ad eccezione delle istruzioni dibattimentali, dei riti abbreviati, dei riti immediati e quelli già individuati nelle linee organizzative.
Si sollecita, per il Giudice di Pace, l’adozione di un protocollo unitario che disponga la trattazione mediante deposito di note scritte anche con modalità telematica (con espressa indicazione di indirizzo pec dedicato) di tutte le cause mature per la decisione; la trattazione con presenza fisica delle restanti, con chiamata ad horas, nel rispetto delle misure di sicurezza per la emergenza Covid 19, anche in relazione alla capienza ed areazione dei locali comuni degli uffici in questione, con trasmissione del provvedimento di fissazione di udienza da parte delle Cancellerie almeno gg. 5 prima della celebrazione delle stesse.
Sull’apertura degli Uffici Unep, considerata la ripresa della decorrenza dei termini processuali nonché la contenuta incidenza sul territorio del virus, ferma restando l’organizzazione modulata con prenotazione degli accessi in ragione anche dell’urgenza, si chiede espressamente che il servizio di notificazione atti non sia limitato esclusivamente agli atti urgenti, ma venga esteso a tutti gli adempimenti da compiere in vista delle attività d’udienza dei mesi successivi ed alla ripresa dell’attività (quali atti di citazione, decreti ingiuntivi, atti di precetto, ricorsi e decreti di fissazione udienza etc. ).
All’esito di tal periodo, previa verifica dei dati relativi alla incidenza epidemiologica, si auspica venga prevista la possibilità di estendere tale organizzazione anche dal 1.06 al 31.07.
Considerata la scarsa incidenza del virus sul territorio, avuto riguardo al fattivo contributo che il Movimento Forense ha già assolto in altri Fori, si confida che le osservazioni svolte vengano tenute in considerazione per una/più compiuta ripresa dell’attività professionale.

Faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per consentire la ripresa della attività professionale, per garantire la tutela dei diritti dei cittadini e per garantire il normale esercizio del mandato difensivo degli avvocati” dichiara l’Avv. Pietro Siragusa, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Termini

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