Io, volontario in Afghanistan per realizzare i progetti di una vita

Coraggio, audacia e anche fede. Così i giovani italiani affrontano le missioni di pace all’estero, sapendo che, uscendo per portare a termine un obiettivo, potrebbero non tornare alla base. Abbiamo posto poche, essenziali domande a chi, come Francesco Messineo di Termini Imerese, morto ieri in Afghanistan durante un’azione di soccorso, ha affrontato l’esperienza della missione in questo paese devastato dalla guerra e si è ritrovato faccia a faccia con la morte. Luca Militello, palermitano, primo caporal maggiore di un reggimento dell’Esercito Italiano ha 29 anni e alle spalle 4 missioni: Albania 2001, Kosovo 2006, Libano 2008, Afghanistan 2011.

Quest’ultima – spiega -, iniziata lo scorso settembre, non sono riuscito a portarla a termine a causa di un incidente avvenuto durante uno spostamento da una base all’altra. Abbiamo trovato un ordigno sull’asfalto e siamo materialmente saltati in aria. La missione si sarebbe chiusa a marzo 2012. Ma a causa delle gravi ferite sono stato rimpatriato subito.

Perché un giovane decide di arruolarsi, di sfidare la vita in questo modo? Il lavoro non c’è – risponde secco Militello -. Lo stipendio che ti viene dato da militare in missione ti aiuta a realizzare i progetti di una vita, come la casa. D’altra parte sono cresciuto molto con le missioni, facendo le feste lontano dalla famiglia e stando a contatto con chi ogni giorno soffre la fame, guardando la morte in faccia. A quel punto i soldi non contano più.

Dove si trova il coraggio per andare avanti giorno dopo giorno? Non c’è un segreto. Agisci. Ti alzi, fai il segno della Croce e vai.

intervista a un militare palermitano ferito in Afghanistan „Quando hai saputo della morte del tuo collega come hai reagito?

intervista a un militare palermitano ferito in Afghanistan „Ovviamente male. La prima cosa che ho fatto d’istinto è stata quella di chiamare i miei colleghi, pur sapendo che la nostra base era molto lontana dal luogo dell’incidente e che quindi non potevano essere stati coinvolti. Poi ho provato un grande dolore, anche se non conoscevo Francesco.

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