Investire in manifestazioni culturali rende: parola del Sole24ore

Le imprese scelgono la cultura e lo spettacolo perché stimolano l’economia e creano ricchezza nel territorio. Ogni euro speso nella gestione di un evento culturale genera effetti economici positivi per oltre due euro e mezzo, emerge dalla ricerca “Investire in cultura” presentata oggi ad Umbria Jazz a Perugia realizzata da Rsm-Makno per Impresa Cultura Italia-Confcommercio sugli imprenditori che hanno risposto sull’impatto di 14 manifestazioni culturali. L’analisi ha preso in esame nel 2018 14 eventi dedicati alle pellicole: Milano e Como Noir in festival; Firenze Festival dei Popoli – Festival Internazionale del Film Documentario; Ischia Film Festival; Lecce Festival del Cinema Europeo; Milano INVIDEO; Milano Sguardi Altrove Film Festival; Milano Festival Cinema Africano, d’Asia e America Latina; Montone (PG) Umbria Film Festival; Pesaro Mostra Internazionale del Nuovo Cinema; Roma [A]RCIPELAGO – Festival Internazionale di Cortometraggi e Nuove Immagini; Roma – RIFF Rome Independent Film Festival; Torino Film Festival; Trieste – Maremetraggio; Udine Far East Film Festival. I risultati emersi dai dati raccolti da Rsm-Makno presso il pubblico e le strutture organizzative durante lo svolgimento delle edizioni 2018, sono incoraggianti….
Gli imprenditori sono sempre più interessati all’investimento in cultura: per oltre il 70% il sostegno a progetti ed eventi culturali è strategico; il contributo economico è la principale forma di supporto alla cultura scelto dalle imprese (per il 47%), ma rilevante è anche la fornitura di servizi (21%); il ritorno di immagine (19%), la consuetudine (17%), la strategia di marketing (13%) sono le motivazioni principali all’investimento. I maggiori benefici si riflettono sulla reputazione aziendale (33%), sul brand (29%) e in chiave commerciale (27%); oltre un terzo delle imprese equipara gli investimenti in cultura alla pubblicità.

Riprendono gli investimenti in cultura

Dopo il forte rallentamento della prima metà del decennio in cui le imprese, a causa della crisi, hanno proceduto ad una generale riorganizzazione dei costi, tagliando anche le spese per questo tipo di investimenti, la ripresa ora è evidente. Il 36% delle imprese dichiara, infatti, di aver ripreso a fare investimenti in cultura negli ultimi tre anni e solo il 9% li ha, invece, interrotti. Tra le imprese prevalgono gli interventi saltuari anche se un terzo punta su interventi più strutturati, investendo in un solo progetto/evento all’anno. L’investimento, dunque, è mirato e seguito nella sua realizzazione e nel suo svolgimento.
Tra le motivazioni principali che spingono le imprese a investire in cultura ci sono il ritorno di immagine (19%) e la considerazione che l’investimento sia parte della strategia di marketing aziendale (13%). Per le imprese di piccole e medie dimensioni ha un certo rilievo anche la tradizione (17%) per cui l’impegno nella cultura fa ormai parte del Dna dell’azienda ed è elemento che la contraddistingue sul territorio (per oltre l’11%).

Le forme di sostegno
Il contributo economico è la forma prevalente di intervento da parte delle imprese che investono in cultura (per il 47%), ma il 21% fornisce anche servizi a dimostrazione della capacità di entrare nel merito dei contenuti e dell’organizzazione dell’evento/progetto culturale. Nel 20% dei casi l’investimento prevede un intervento che contempla più forme di supporto da parte dell’azienda e che comprende anche il contributo in competenze e la co-progettazione degli eventi.

I benefici
Per il 33% degli imprenditori l’investimento in cultura è legato soprattutto alla reputazione aziendale ed è un investimento che, da una parte, protegge dai rischi del mercato e, dall’altra, ne accresce la considerazione da parte dei clienti e dei consumatori. Per un altro 30% ne trae beneficio anche l’affermazione del brand aziendale, confermando il ruolo sempre più rilevante dell’impegno dell’impresa nella promozione culturale che diventa così parte irrinunciabile della strategia di comunicazione. Per il 27% contribuisce ad un migliore approccio con il cliente con evidenti ricadute a livello commerciale.

Investimento strategico e leva di marketing
Per il 51% delle aziende l’investimento in cultura è un intervento strategico di lungo periodo e, dunque, fa parte integrante delle strategie di marketing dell’impresa. Un ulteriore 23% dichiara che sta lavorando per raggiungere questo obiettivo. Oltre il 70% delle imprese considera, pertanto, strategica questa forma di investimento. Per il 26% delle imprese, a parità di investimento effettuato, quello in cultura dà un ritorno almeno uguale a quello ottenuto con le spese effettuate nelle tradizionali attività di advertising e/o di marketing communication e per il 10% il ritorno è addirittura maggiore. Che l’investimento in cultura sia ormai leva portante delle strategie di marketing aziendale è avvalorato anche dal fatto che per il 41% delle imprese l’intervento a sostegno della cultura è a sua volta oggetto di una comunicazione dedicata e per il 53% anche di azioni di marketing communication generale.
L’importanza strategica di questo investimento è ribadita dalla scelta delle imprese di muoversi, nei loro rapporti con il sistema cultura, utilizzando una struttura organizzativa interna (per il 47% delle imprese) che individua, propone e segue l’investimento e l’iniziativa culturale sostenuta: l’impresa, dunque, dedica risorse ad hoc all’interno della propria organizzazione, affidandosi solo in seconda battuta a consulenze e proposte esterne. Una tendenza in sviluppo anche per il futuro (per il 40% delle imprese).

Impatto economico degli eventi culturali sui territori
Infine, oltre ai ritorni immateriali gli effetti economici: ogni euro speso nella gestione di un evento culturale genera ricadute economiche sul territorio per oltre 2,5 euro. La stima è stata effettuata utilizzando una metodologia statistica che misura le relazioni esistenti tra i settori del sistema economico (tavola intersettoriale Italia 2015) e prendendo in esame 14 eventi culturali . L’indagine sulle imprese è stata effettuata su un campione statisticamente rappresentativo di piccole, medie e grandi dimensioni di diversi settori (commercio, servizi alle imprese, turismo, trasporti e logistica, manifattura, costruzioni) sul territorio nazionale tramite metodo CATI (200 interviste a buon fine). Agli eventi analizzati hanno assistito circa 205mila spettatori con una permanenza media nelle diverse località di poco superiore ai quattro giorni e una spesa media giornaliera di circa 122 euro ciascuno per l’acquisto di beni (bibite, ristorante, shopping in genere, prodotti artigianali, prodotti enogastronomici, ecc.) e di servizi (alloggio, parcheggio, trasporti, ecc.), per un totale di quasi 93,7 milioni di euro. A questi eventi hanno partecipato anche 5.760 spettatori accreditati (stampa, critici, operatori del settore) con una spesa media giornaliera di 600 euro per un totale di 3,4 milioni di euro. Anche l’organizzazione degli eventi culturali comporta delle spese (ad es. in comunicazione, gestione, premi, ospitalità) che nel nostro caso sono quantificate in 4,8 milioni di euro.

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