“Quanno nascette Ninno” fra Pulcinella e Gesù Bambino, il mistero di “un Dio che si fa incontro all’uomo” ….“in mezzo alla strada” e “si sporca i piedi e le mani, e parla la lingua del popolo, di qualsiasi popolo che lo riconosca”, nella tradizone partenopea. Gianni Aversano e I Napolincanto, nelle loro performance fanno vivere l’humus dei bassifondi partenopei, colmo di pathos e di vivacità, con mamme che, da un vicolo all’altro, si rivolgono ad altissima voce ai loro bambini. È quest’immagine popolare che Aversano vede riflessa in Maria, la Madre per eccellenza. Aversano non rinuncia al tipico disarmante umorismo partenopeo che raggiunge il suo apice con Pulecenella ‘o quarto magio, in cui la celebre maschera, messasi al seguito di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, dopo una serie di buffe peripezie, si inchina commosso davanti al piccolo Redentore, nato nella miseria, e gli lascia in omaggio il suo asino.
Musicalmente, Gianni Aversano e i Napolincanto spaziano dalla pizzica alla tamurriata, traducendo in vernacolo partenopeo, dal corso, dal siciliano e persino dall’ultimo canto del Paradiso dantesco (Vergine mamma bella).
Lo stupore e la meraviglia sono i segni distintivi dell’intero spettacolo e sono percepibili già in apertura(Che miracolo stammatina e Cu ‘tte).







