All’udienza del 26 gennaio 2018, celebratasi con il rito abbreviato, il GUP del Tribunale di Termini Imerese, dr.ssa Stefania Gallì, ha condannato il medico che si occupò del paziente, ritenendolo responsabile del reato di omicidio colposo, alla pena di anni 1 e mesi 4 di reclusione, oltre al risarcimento del danno e al pagamento di una provvisionale di € 10.000 in favore di ciascuno dei fratelli della vittima, che si erano costituite parti civili, ed erano difesi dall’ avv. Francesco Paolo Sanfilippo.
La vittima, Michelangelo Di Vittorio, pensionato di anni 66, il 17 agosto 2014, si era recato al Pronto Soccorso di Termini Imerese, accusando un dolore retrotoracico e difficoltà respiratorie. Stessa condizione di salute con cui l’uomo verrà dimesso, essendogli stato diagnosticata semplicemente un’artralgia dorsale. Poche ore dopo, il sig. Di Vittorio decedeva a causa di un infarto miocardico, complicato da shock cardiogeno.
I familiari del Di Vittorio sporgevano denunzia e così venivano avviate le indagini, condotte dal PM dr Giovanni Antoci che disponeva l’autopsia del paziente.
Nel corso del processo sono state effettuate due perizie medico legali dalle quali sono emersi con chiarezza i profili di colpa del medico.
L’avvocato Sanfilippo, difensore dei familiari della vittima (nella foto), durante il corso del giudizio ha sempre sostenuto che L’omissione da parte del medico di effettuare il necessario esame ecocardiografico, richiesto in relazione alla sintomatologia ed anamnesi del paziente, ha costituito violazione delle regole di condotta che le linee guida dispongono in questi casi, comportando così la negligenza del medico.
Il gup ha accolto tale tesi ed ha emesso la sentenza di condanna nei confronti del sanitario, rimandando al giudice civile per la quantificazione definitiva dei danni.
Infarto scambiato per dolore articolare e il paziente muore: medico condannato
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