In provincia di Palermo mezzo milione di disoccupati

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Nell’area metropolitana di Palermo è in atto un processo di terziarizzazione dell’economia: a generare ricchezza è in prevalenza il settore dei servizi (86,4%), seguito da agricoltura e industria (13,6%). I disoccupati sono 500 mila, il tasso di disoccupazione è pari al 42% (pari al doppio rispetto a quello registrato nel capoluogo siciliano), e altri 260 mila persone sono in cerca di un lavoro.
E’ quanto emerge dall’indagine “Dalla crisi a Palermo 2020. Analisi sul manifatturiero della provincia di Palermo”, realizzata dal Cerdfos, il centro studi della Cgil, presentata oggi, a Palermo. L’indagine evidenzia un calo, nel 2015, degli occupati nell’industria in senso stretto: in provincia di Palermo sono 27.400 (-4.200), rispetto al 2008, mentre le imprese attive, sono 5.667 (erano 6.874 nel 2009).
Lo studio indica un calo più contenuto (-5,9 per cento) tra il 2009 e 2011, più sostenuta dal 2011 in poi (-12,4%). A reggere sono solo le industrie alimentari e quelle attive nel comparto delle riparazioni e installazioni di macchine. Secondo lo studio, a preoccupare è il dato del manifatturiero il cui valore aggiunto è passato dal 5,5% a -3%. Non a caso l’indagine mira ad accendere i riflettori “perché – sostiene il sindacato – la ripresa economica della città metropolitana deve ripartire da un suo consolidamento e rilancio. Non c’è sviluppo senza un’industria manifatturiera adeguata”.
A incidere sul processo di terziarizzazione dell’area metropolitana, secondo il sindacato, anche le crisi Fiat a Termini Imerese, del Cantiere navale a Palermo e dell’Ansaldo Breda a Carini, e l’effetto domino nell’indotto. “Si è creata una desertificazione del sistema produttivo palermitano – ha detto il segretario generale Cgil Palermo, Enzo Campo – Occorre programmare una nuova reindustrializzazione, serve un confronto con le amministrazioni dei comuni per gettare le basi di un nuovo metodo di lavoro e la creazione di un’associazione per lo sviluppo con i soggetti interessati”.
Per la Cgil, va costituita su scala metropolitana “un’associazione per lo sviluppo”. “Pensiamo a un’associazione seguendo il modello Bilbao, creando un soggetto che progetti, sviluppi, recuperi, che faccia promozione per lo sviluppo – ha detto il responsabile attività produttive della segreteria Cgil Palermo, Mario Ridulfo -. La reindustrializzazione passa attraverso nuove tecnologie e un approccio che guardi alla cosiddetta economia circolare, al riuso e al riciclo di materiali. Per creare sviluppo occorre reindustrializzare le nostre tre aree industriali, rafforzando le produzioni tipiche e guardando alle nuove, ad alto contenuto tecnologico. E puntare decisamente a un manifatturiero che contenga elementi di innovazione, la cosiddetta industria 4.0”.

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