Il senso civico crea “cittadini”

Avere senso civico significa essere a conoscenza del fatto che facciamo parte di una comunità, di essere in stretta correlazione con altri esseri umani e in qualche modo anche dipendere da loro.

Per questo, avere senso civico significa rispettare gli altri, il gruppo, la comunità e sentirci parte integrante, sentire il senso di responsabilità oltre che di appartenenza.

Nel 1958 fu introdotto nella scuola l’insegnamento dell’educazione civica, per sole due ore mensili, non c’era valutazione, non era una materia vera e propria, erano due sole ore affidate al buon senso del professore di storia.

In qualche modo si rinforzava la formazione dei giovani in quanto cittadini. Due sole ore al mese … ma almeno c’erano! Sono anni che l’educazione civica è stata bandita dal piano di studio in ogni sua forma.
In cambio sono moltiplicate le regole e le sanzioni, nella convinzione che la strada necessaria sia quella di punire i contravventori anziché “rispolverare” il senso civico in ognuno.

Mi rendo conto che sia più facile escogitare sanzioni piuttosto che educare, ma questo non porta da nessuna parte. Intanto paghiamo persone che spendono il loro tempo a scrivere leggi che vieterebbero comportamenti che dovrebbero, per logica e senso civico, non essere praticabili a prescindere dalla norma giuridica.

Ci sono divieti, per fare un esempio, che proibiscono di sputare per terra e poi vediamo giocatori di calcio e ciclisti che lo fanno pubblicamente e con una frequenza a dir poco sconcertante.

Vietiamo di buttare a terra qualsiasi cosa e poi buttiamo le cicche delle sigarette o cartacce fuori dal finestrino. C’è una legge che vieta il furto mentre siamo circondati da furti “legalizzati”.
Il senso civico non è più insegnato a scuola ed è un peccato, ma dovrebbe essere appreso principalmente in famiglia, poi anche a scuola e in altri ambienti aggreganti e socializzanti, senza bisogno di regole o restrizioni.

Senso civico è rispetto delle regole in generale, della Costituzione, è soprattutto sentirsi solidali nel rispetto dell’ambiente e della natura così come nei confronti di chi ha bisogno d’aiuto.

Avere senso civico non è soltanto rispettare regole, ma rispettare se stessi, gli altri e l’ambiente in cui viviamo, a tutto tondo. Il senso civico non si manifesta alzandosi in piedi all’ascolto dell’inno nazionale ma rispettando “la cosa pubblica”, perché chi arriva dopo di noi possa farne uso allo stesso modo e con lo stesso decoro.

Senso civico è anche parsimonia. “Prima di aprire il rubinetto – scriveva Luigi Einaudi nel suo decalogo anti spreco – chiudere il tappo. Lavarsi nell’acqua corrente è uno spreco inutile. Ci si lava bene in poca come in molta acqua”.

La filosofia dell’anti spreco ha bisogno di un approfondimento a parte.

“Il senso civico è nei dettagli” L. Einaudi

Come può un cittadino avere cura e rispetto della proprietà pubblica quando il rispetto viene meno proprio a chi rappresenta i cittadini stessi?

Se tutti avessimo cura delle cose pubbliche, ci sarebbe anche un risparmio per gli enti locali e forse le tasse sarebbero inferiori.

Qualcuno purtroppo ha “ben” pensato che ridurre il senso civico porta alla confusione, all’insoddisfazione, alla disgregazione, più siamo disgregati e disuniti e più perdiamo forza e più facilmente possiamo essere pilotati a piacimento.

E ci fanno credere che si stanno battendo per porre rimedio a problemi che loro stessi hanno prodotto. Continuano a farlo e noi li paghiamo per questo.

Senso civico è rifiutare il sistema clientelare, ne ha cognizione chi rifiuta di avere padroni e allo stesso modo rifiuta il ruolo del “padrone”.

Ha senso civico chi partecipa ad attività sociali e solidali con il solo scopo di farne parte e per il piacere di farlo.
L’educatore deve fare qualcosa? Che cosa deve sapere, come deve fare?

Non ricordo di aver avuto spiegazioni dai miei genitori, mi sono limitata a osservarli e imitarli, trovando giusti i loro comportamenti, apprezzandoli e facendoli miei. Non ricordo di aver a mia volta spiegato quanto sia importante avere senso civico.

Credo non sia necessario avere le parole giuste, per tante cose esse non bastano o non servono, sono le azioni che vengono osservate e, se condivise, anche imitate.

Allo stesso modo non credo di aver fatto qualcosa per educare mio figlio al senso civico. Non credo di aver fatto molto o qualcosa di diverso che essere me stessa, non ho studiato a tavolino azioni da compiere o parole da dire per aiutarlo ad avere chiarezza a proposito di senso civico. Ho solo avuto rispetto.

Non ho mai dovuto dirgli niente perché lui amasse questa terra, perché amasse la gente che popola ogni angolo del mondo, perché lui sorridesse al vicino di casa o a un passante sconosciuto. Ho lasciato che lui si costruisse un suo senso civico.

Credo che il senso civico sia parte di ogni individuo che abbia vissuto in un ambiente familiare caratterizzato da fiducia e collaborazione, una famiglia in cui non sia mancata la sensazione che ogni bisogno può essere esaudito grazie alla condivisione, alla disponibilità e all’aiuto reciproco. Una famiglia nella quale non sia mancato il rispetto per ogni cosa.
Quando sai di poter contare sugli altri, i tuoi bisogni diventano facilmente soddisfatti e sei pronto a rendere il favore mostrando la tua piena disponibilità.

Cooperazione e gentilezza rinforzano il senso civico in ognuno, annullano il ricorso alla violenza nel tentativo di risolvere conflitti.

Se non tutte le azioni che vedi compiere hanno a che fare con il vero senso civico, se non tutti gli ambienti che frequenti hanno ben chiara la cognizione civica, puoi comunque fare qualcosa. In fondo non sempre dipende solo dall’ambiente in cui vivi, ma soprattutto dalla voglia che hai di imitare chi vuoi. Dipende da TE.

Il solito circolo infinito: l’educatore ha un suo bagaglio fatto da imitazioni, consce e inconsce, che ha scelto per sé. Un bagaglio che poi trasmette e ripropone, spesso inconsciamente e a volte consapevolmente, alle generazioni seguenti, semplicemente essendo rispettosamente se stesso.

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