Il piano rifiuti rilancia gli impianti richiesti dal decreto Sblocca Italia: dovrebbero sorgere nelle province di Palermo e Catania

Si riapre la partita dei termovalorizzatori in Sicilia. Il governo regionale, rispondendo ad alcune osservazioni fatte dai tecnici del ministero dell’Ambiente qualche mese fa, apre all’inserimento di questi impianti nel piano rifiuti, accogliendo di fatto le norme previste nel decreto Sblocca Italia del governo Renzi che prevede “almeno due inceneritori nell’Isola”. Anche se poi, con un escamotage, si rinvia a una nuova analisi del reale fabbisogno di incenerimento, comunque Palazzo d’Orleans per la prima volta inserisce questi impianti nel suo piano.

Lo scorso inverno i tecnici del ministero dell’Ambiente, guidato dal 5Stelle Sergio Costa, avevano inviato una serie di osservazioni al piano rifiuti regionale (che deve essere approvato a Roma). Le principali osservazioni riguardavano proprio il mancato inserimento dei termovalorizzatori nella pianificazione regionale “come previsto dal decreto Sblocca Italia”.

Uscita la notizia dei rilievi, si era accesa subito la polemica politica, con i 5Stelle che chiedevano al ministro una “ispezione” interna al ministero sulla “manina” che aveva inserito l’obbligo di prevedere gli inceneritori. Lo stesso ministro intervenne annunciando ispezioni e assicurando che l’allora governo gialloverde non avrebbe mai autorizzato un impianto del genere in Sicilia. Peccato però che tecnicamente le osservazioni non siano state mai ritirate, né sia stato varato un nuovo decreto legge per correggere lo Sblocca Italia.

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