Il Grand Hotel delle Terme: “patrimonio indisponibile” di Termini Imerese

Comunicato Stampa

Una delle leve a sostegno dello sviluppo socio-economico del nostro territorio deve passare, necessariamente attraverso la valorizzazione e la promozione delle risorse culturali e ambientali.

Come Associazione 25 Aprile Termini Imerese ne abbiamo colto l’essenza e la sostanza e per questo l’abbiamo inserita a pieno titolo nei nostri scopi statutari.

Indubbiamente le Terme e il Grand Hotel, rappresentano una opportunità di crescita, un attrattore strategico che, attraverso la promozione del turismo sostenibile e di qualità, può costituire un volano per nuovi investimenti e nuova occupazione.

Le terme, sorgenti di storia che qualcuno fa risalire al 407 avanti Cristo, patrimonio certo della Città, dal XVII secolo.

Il Grand Hotel ultimato nel 1894, simbolo di Termini Imerese, opera architettonica di elevata bellezza, di cui tutti dovremmo essere fieri.

Oggi, purtroppo, più che una opportunità, queste ricchezze costituiscono l’emblema di una delle tante occasioni perse, frutto di incapacità politico-amministrativa di un passato, poi, non tanto lontano.

Ma noi non intendiamo fermarci alle recriminazioni, vogliamo invece creare attenzione e tensione sulla questione che, aldilà della sua significativa gravità, merita una mobilitazione della coscienza collettiva, partendo dalla conoscenza dello stato dell’arte, perché la conoscenza è potere.

In pillole:

Il Grand Hotel non può riaprire perché sull’immobile pende una esecuzione immobiliare da parte della società Solfin S.p.A. il cui contenzioso ha come finalità l’espropriazione del complesso termale, stante il credito milionario vantato dalla stessa e malgrado i pagamenti, anch’essi milionari già fatti dal Comune;

E’ da qui che bisogna ripartire; questa amara realtà rappresenta la sommatoria di un ventennio di responsabilità, errori, incompetenze e ci fermiamo qui.

Si è disperso un patrimonio storico, culturale ed economico, a nostro avviso, inestimabile!

Va, allora, aperto un dibattito pubblico, sui social e in ogni altra forma possibile, per analizzare, approfondire e ricercare le soluzioni praticabili. Bisogna uscire dai luoghi comuni dei programmi elettorali reiterati, quando il paese reale ci presenta il conto di una esecuzione giudiziaria, con un possibile passaggio di mano della proprietà e una conseguente perdita, non solo patrimoniale per la cittadinanza.

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