Il GdS scopre le carte e fa tutti i nomi dei «furbetti del cartellino»

Tratto dal GdS del 15-09-2017

«Mi avvalgo della facoltà di non rispondere». La maggior parte dei presunti «furbetti del cartellino» del Comune di Termini Imerese ha deciso di non dichiarare nulla nell’interrogatorio di garanzia che si è svolto ieri mattina davanti al gip Stefania Galli.
I reati contestati dal pm Guido Schininà sono pesanti: falsa attestazione di servizio e truffa, in concorso. I 23 dipendenti comunali si sarebbero scambiati favori, coprendosi a vicenda quando si assentavano dal lavoro. La maggior parte degli avvocati, però, ha attuato la strategia di non far raccontare per il momento ai loro assistiti la propria versione dei fatti, probabilmente nell’attesa di avviare e completare le indagini difensive.
Ecco i nomi degli indagati: Giuseppe Di Lisi, Salvatore Montimoregi, Giacomo Scimeca, Rosario Arcodia, Giuseppe Battaglia, Giovanni Conigliaro, Salvatore Corso, Roberto Cangelosi, Salvatore Castelli, Francesco Farruggia, Antonio Saladino, Antonello Ambra, Antonino Cosentino, Ignazio Demma, Marcellino Di Maio, Antonio Di Novo, Francesco La Mantia, Rosetta Polizzi, Antonino Salemi, Salvatore Tucciarello, Antonino Egiziano, Agostino Demma Carà, oltre a Carlo Ventimiglia, che era già stato raggiunto, nel marzo scorso, da una ordinanza interdittiva emessa su richiesta della Procura di Palermo, competente per la particolare condotta illecita rilevata, che ne disponeva la sospensione dal servizio per sei mesi.
Fra questi emergono i nomi di due sindacalisti. Si tratta di Antonello Ambra, responsabile zonale della Cisl-Fp, e di Giovanni Conigliaro, responsabile territoriale della Cgil-Fp.

Riceviamo rettifica da parte dell’avvocato Carmelo Pace, difensore del Sig Conigliaro Giovanni, al GdS e per correttezza pubblichiamo anche noi che abbiamo da questo giornale estrapolato l’articolo:
Nell’interesse e per mandato del sig. Conigliaro Giovanni, del quale sono stato nominato di fiducia nel procedimento penale relativo all’articolo in oggetto, significo quanto segue.
Innanzi tutto il sig. Conigliaro Giovanni è stato sottoposto all’interrogatorio di garanzia in data odierna (15.9) e, pertanto, tutte le notizie contenute nell’articolo pubblicato da voi nella medesima data ed in particolare l’affermazione “fanno scena muta davanti al gip” non possono essere a lui per nulla riferite per due ragioni:
1. Al momento della pubblicazione dell’articolo non potevate sapere se il predetto avesse scelto di rispondere o meno nell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip;
2. Il sig. Conigliaro Giovanni in data odierna si è sottoposto all’interrogatorio di garanzia, rispondendo alle domande del Gip e del PM e chiarendo ampiamente la sua versione sui fatti a lui addebitati.
A seguito di tale interrogatorio, il Gip ha revocato la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria dal lunedì al venerdì, che con l’ordinanza era stata imposta a tutti gli indagati. La revoca è avvenuta sul presupposto che erano venuti meno i gravi indizi di colpevolezza e ciò ovviamente a seguito dei chiarimenti resi nel corso dell’interrogatorio.
Spiace segnalare come il vostro giornalista – attento nel recepire le dichiarazioni di un avvocato di un solo indagato – non abbia correttamente accertato il comportamento e l’esito dell’interrogatorio di garanzia per ciascun indagato ed abbia superficialmente accomunato “alla stessa sorte” tutti gli indagati, preoccupandosi (e di questo non potevo aver dubbio) di evidenziare come “emergente” il nome del mio assistito, perché responsabile territoriale del sindacato Cgil-Fp.
Non sarò certo io a ricordarvi come l’interrogatorio di garanzia, per sua natura necessario a verificare in contraddittorio quanto assunto dalla Procura, è il primo atto in cui l’indagato può far valere le proprie ragioni e/o giustificazioni, chiedendo al
Gip di rivedere i suoi provvedimenti. Cosa che, nel caso del mio cliente, ha infatti determinato la revoca della misura cautelare perché sono venuti meno i gravi indizi che l’avevano giustificata.
Vogliate, dunque, pubblicare correttamente la notizia che attiene alla posizione del mio cliente Conigliaro Giovanni, con la medesima rilevanza con la quale è stata pubblicata quella di cui si chiede la rettifica, ponendo in corretta evidenza come il venir meno degli indizi a carico del predetto abbiano determinato il Gip a revocare la misura cautelare.
Quanto sopra nel rispetto della legge 8 febbraio 1948, n. 47.

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