Ignazio Corrao sospeso dal M5S: votò contro il Recovery Fund

Ignazio CORRAO in the EP in Strasbourg

Ieri sera i probiviri del M5S hanno comunicato agli europarlamentari Ignazio Corrao (secondo degli eletti con più di 115.000 voti), Piernicola Pedicini e Rosa D’Amato la sospensione dal M5S. La decisione arriva in seguito al voto contrario, secondo i vertici in dissenso dal gruppo, dei tre eurodeputati in occasione della riunione del Parlamento Ue per l’ok al pacchetto di aiuti europei, Recovery Fund incluso. Motivazione che i tre parlamentari contestano.

Repubblica aveva così raccontato quel voto in aula: “Gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle si sono divisi oggi nel voto all’Eurocamera sulla risoluzione per la crisi sul coronavirus: 10 si sono astenuti, mentre tre – Ignazio Corrao, Piernicola Pedicini e Rosa D’Amato – hanno votato contro. L’eurodeputata pentastellata Eleonara Evi non ha invece preso parte al voto. La risoluzione è comunque passata a larga maggioranza: i voti favorevoli sono stati 395, i contrari 171, gli astenuti 128, fra cui appunto i cinquestelle. In mattinata il M5s aveva invece votato contro il paragrafo 23 della risoluzione, che invita i Paesi dell’eurozona ad attivare i 410 miliardi di euro del Mes con una linea di credito specifica, mentre il Pd si era espresso a favore, assieme a Italia Viva e a Forza Italia. Contrarie invece Lega e Fratelli d’Italia.
“Abbiamo deciso di votare contro quel paragrafo e poi di astenerci nel voto finale – ha spiegato la delegazione M5s – in quanto presentava tante luci ma anche troppe ombre. Ci saremmo aspettati un chiaro e forte riferimento ai coronabond grazie ai quali l’Ue potrebbe finanziare la ripartenza economica una volta superata l’emergenza, ma per colpa dell’irresponsabilità di Lega e Fi l’emendamento che li inseriva nel testo è stato rigettato”.

«La nostra contrarietà non era a un pacchetto per la ripresa economica in Ue, ma ad una risoluzione politica che all’interno conteneva la polpetta avvelenata del Mes», spiega Pedicini oggi. Fonti vicine a Corrao, che è stato rimosso anche da facilitatore del M5S agli enti locali, ricordano come, ad aprile, il voto dei tre eurodeputati in dissenso dal gruppo (che si astenne) giunse su una risoluzione non vincolante in cui c’era dentro il Mes.

La decisione tra provocando una aspra polemica interna al M5s. «Parliamoci chiaro. Colpire Corrao e D’Amato rimuovendoli dal ruolo di facilitatori e sospendere per un mese Pedicini significa isolare Alessandro Di Battista, reo di aver presentato una proposta. Parlare di temi, presentare proposte e chiedere di non rinnovare alla guida della più potente partecipata di Stato un inquisito, è diventato per il M5S uno stigma. È, evidentemente, più facile per i presunti vertici, sedere al tavolo con Franceschini, la Boschi e Salvini che confrontarsi con Alessandro Di Battista» ha detto per esempio Barbara Lezzi.

«Si predica unità nazionale, coesione e partecipazione in questo momento drammatico – afferma Barbara Lezzi su facebook – e il M5S diventa un cannibale dimostrando, così, tutta la sua fragilità. Fragilità e debolezza che sono alla base di quella insana proposta di una costituente fondata da chi si eleva al di sopra di tutto e di tutti e si nomina padre nobile ma per farlo, e per far ingoiare ai nostri iscritti una ennesima ratifica del già tutto deciso e apparecchiato, deve necessariamente spezzare le gambe a chi vorrebbe prima parlare e stabilire gli ulteriori obiettivi del Movimento, del come raggiungerli e poi con chi farlo. Nessuno ha l’ambizione di disperdere le potenzialità di questo governo ma l’ambizione di centrare nuovi obiettivi con uno spirito più determinato e meno incline ai compromessi al ribasso, quella c’è».
«Ed è questo il punto – prosegue Lezzi – su cui vorrei soffermarmi perché è l’aspetto che più mi preoccupa. Il M5S che non si concentra sui temi da portare avanti e si avviluppa su dinamiche interne da sottobosco per colpire bersagli sgraditi, è un Movimento debole pronto a scendere a qualsiasi compromesso pur di mantenere quella piccola percentuale utile a garantire sempre qualcuno a scapito di idee, progetti, soluzioni. E, soprattutto, a scapito di quello di cui il Paese avrebbe davvero bisogno».

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