Ignazio Corrao (M5S): per l’exFiat di Termini ci sono le condizioni per accedere a finanziamenti europei

“La soluzione al problema Termini Imerese c’è e arriva da Bruxelles. Ma nessuno dal governo regionale ha mai pensato di utilizzarla per salvare dal licenziamento i circa mille operai dell’ex Fiat”. L’annuncio arriva dal Movimento cinque stelle, in particolare dall’eurodeputato Ignazio Corrao, che sta seguendo la vicenda del salvataggio dell’ex stabilimento Fiat al Parlamento europeo. “L’Unione europea – spiega Corrao – dispone di un fondo chiamato “Feg”, ovvero Fondo europeo per l’adeguamento alla globalizzazione, che serve a sostenere i lavoratori dichiarati in esubero da aziende che hanno subito una crisi legata agli effetti della globalizzazione. Si tratta di 150 milioni di euro che da qui al 2020 possono finanziare fino al 60 per cento i progetti destinati ad aiutare i lavoratori in esubero a trovare un altro impiego o avviare una propria attività. Sarebbe una soluzione per i mille lavoratori di Termini Imerese che rischiano essere licenziati tra meno di un mese”.
La Commissione europea, infatti, ha risposto positivamente a un interrogazione in cui il Movimento cinque stelle chiedeva se la vertenza di Termini Imerese avesse le caratteristiche per potere accedere al fondo Feg. “Qualora l’accordo preliminare (con Grifa, che ieri ha subito un’altro slittamento ndr) non andasse a buon fine e i lavoratori fossero collocati in esubero – si legge nella risposta della Commissione – l’Italia potrà presentare domanda di sostegno del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, purché dimostri che gli esuberi possono essere posti in relazione con la globalizzazione del commercio o con la crisi economica e finanziaria globale”.
Ma, secondo i Cinque stelle, finora nessuna richiesta è mai partita dalla Sicilia, né per utilizzare i fondi nella vicenda di Termini Imerese, né per risolvere la miriade di crisi industriali dell’Isola. “Il fondo è già stato applicato per altri paesi e realtà industriali i cui lavoratori si trovano nelle stesse difficoltà di quelli di Termini – attacca Corrao – mi chiedo perché in Sicilia questo non accada. Forse perché conviene tenere i lavoratori al giogo delle promesse elettorali di faccendieri che contrattano proroghe alla cassa integrazione o improbabili piani industriali”.
“Provo rabbia – continua Corrao – a votare positivamente in plenaria le richieste di accesso al Feg per altri paesi e mai per la Sicilia. La Commissione per esempio ha vagliato il Feg per diverse case automobilistiche, come per la sede belga della Ford, per i lavoratori della Renault in Francia, o ancora in Italia per la De Tomaso che ha stabilimenti in Piemonte e Toscana. Il Feg inoltre interviene non solo sui lavoratori diretti, ma anche per l’indotto e per le pmi coinvolte dall’effetto negativo che causa una crisi industriale, come nel caso di Fiat a Termini Imerese, Eni, Keller, AnsaldoBreda, Accenture e molte altre realtà che stanno lasciando a casa migliaia di lavoratori siciliani”.

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