Gli operai Fiat scioperano per un giorno e protestano a Palermo

Hanno protestato a Palermo, davanti Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana, i lavoratori della Fiat e dell’indotto insieme ai rappresentanti sindacali per chiedere immediati interventi contro la chiusura dello stabilimento prevista per il 2012. C’erano quasi tutti i lavoratori della fabbrica, che per mercoledì è rimasta chiusa. Alcuni di loro sono. infatti, rimasti a Termini e hanno protestato davanti i cancelli dello stabilimento. All’Ars tutti i gruppi, PD, UDC, MPA, rutelliani e i due PdL, hanno approvato di non concedere alcun incentivo alla produzione della casa torinese in assenza di certezze su Termini Imerese. Sarà il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, a chiedere al Consiglio dei ministri di discutere il caso dello stabilimento termitano. «Il nostro statuto autonomistico – ha detto Lombardo – obbliga il Consiglio dei ministri a convocare il presidente della Regione siciliana quando vengono affrontati argomenti che riguardano la Sicilia». «Siamo disperati» è stato il grido degli operai che si augurano che la Fiat torni sui suoi passi oppure che si possa trovare un’alternativa. L’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, però non dà segno di cedimento. A Detroit gli è stato urlato «vergogna» riferendosi alla chiusura dello stabilimento termitano. «La chiusura di Termini Imerese – ha replicato Marchionne – è irreversibile. Lo stabilimento non è in grado di competere». Sulla questione, il sindaco di Termini Totò Burrafato ha replicato «ci aspettiamo che il governo intervenga in maniera decisa. Le argomentazioni di Marchionne sembrano più slogan che fatti concreti. Il futuro di più di duemila famiglie sul territorio non può essere lasciato a lanci d’agenzia, a dichiarazioni ai giornali». Intanto, il 3 febbraio i metalmeccanici di tutti gli stabilimenti italiani si fermeranno per quattro ore. Il piano di Marchionne prevede che la fabbrica smetta di produrre auto nel 2012. L’indiana Tata ha smentito un suo interesse a rilevare lo stabilimento mentre contatti ci sarebbero stati tra il governatore ed un gruppo cinese. Altro possibile acquirente è l’imprenditore e finanziere siciliano Simone Cimino, presidente di Cape Natixis Sgr e promotore di una presunta cordata italiana per produrre auto ecologiche a Termini sfruttando l’energia solare

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