Giornata mondiale degli infermieri, nella pandemia un “esempio di eroicità”

Così lo ha definito Papa Francesco, che ha ricordato questa figura professionale nel giorno in cui viene celebrata nel mondo e in occasione del 200esimo anniversario della nascita della sua fondatrice, Florence Nightingale

Il 12 maggio 1820 Firenze diede i natali a Florence Nightingale, infermiera britannica nota come “la signora con la lanterna”, considerata la fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna. Oggi, 12 maggio 2020, in occasione della Giornata internazionale degli infermieri e del 200esimo anniversario della nascita della sua fondatrice, anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha voluto evidenziare ancora una volta l’importanza di questa figura professionale, ringraziando tutti gli infermieri del mondo per quello che hanno fatto e che fanno, soprattutto in questo momento.

La preghiera del Papa
Sanità ed emergenza Coronavirus, il ruolo degli infermieri
“Oggi è la giornata degli infermieri: ieri ho inviato un messaggio, e preghiamo oggi per gli infermieri, le infermiere, uomini, donne, ragazzi, ragazze, che hanno questa professione, più di una professione, è una vocazione, una dedizione. Il Signore li benedica. E in questo tempo della pandemia hanno dato esempio di eroicità. E alcuni hanno dato la vita. Preghiamo per gli infermieri e le infermiere”. Così Papa Francesco, all’inizio della messa del mattino a Casa Santa Marta, ha voluto celebrare questa figura, particolarmente coinvolta nel corso dell’attuale emergenza sanitaria. Il ruolo fondamentale degli infermieri, sempre in prima linea a non sempre con le protezioni adeguate, è stato sottolineato anche nelle parole del direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, “Sono la spina dorsale di qualsiasi sistema sanitario e oggi, molti di loro si trovano in prima linea nella battaglia contro Covid-19”, ha detto.

I dati in Italia
In Italia sono stati circa 12.000 gli infermieri contagiati dal nuovo coronavirus, 39 di loro sono deceduti, 4 togliendosi la vita, secondo i dati della Federazione Nazionale delle professioni infermieristiche (Fnopi). Tra questi il 60% è stato rilevato in Lombardia, il 10% in Emilia Romagna, l’8% in Veneto. “Hanno vissuto questi mesi in condizioni di lavoro durissime, fisicamente ed emotivamente. Tra la paura di ammalarsi o trasmettere il virus ai propri cari e per questo in molti casi lontani per settimane da figli e familiari. Accanto ai pazienti fino all’ultimo respiro ma vittime anche di discriminazioni, proprio per il lavoro da loro svolto”, ha ricordato Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi.

L’allarme dell’Oms
Gli infermieri rappresentano oltre la metà di tutti gli operatori sanitari del mondo, eppure c’è un’urgente carenza di infermieri ovunque con 5,9 milioni di unità in più che sarebbero necessarie, specialmente nei paesi a basso e medio reddito, spiega l’Oms in un articolo apparso sul proprio portale. “La pandemia di Covid-19 rappresenta un forte promemoria del ruolo vitale svolto dagli infermieri. Senza infermieri e altri operatori sanitari, non vinceremo la battaglia contro le epidemie, non raggiungeremo gli obiettivi di sviluppo sostenibile o la copertura sanitaria universale”, dicono gli esperti. Tra il 2013 e il 2018 il numero di infermieri nel mondo, secondo l’Oms, è aumentato di 4,7 milioni ma questo numero non basta. In Italia ne mancano almeno 53mila, soprattutto nelle regioni del Sud.

Un momento speciale
Un momento particolare e simbolico nel mondo, riguarda Liu Hui, caposala nel reparto di terapia intensiva del Jiangsu Province Hospital, la cui carriera è stata indelebilmente segnata dal nuovo coronavirus. Dopo oltre 70 giorni di lavoro in un ospedale di Wuhan, la città più duramente colpita dall’epidemia in Cina, e due settimane di quarantena, è uscito dall’isolamento l’ultimo gruppo di specialisti in terapia intensiva rimasti nel capoluogo provinciale dello Hubei, composto dalla caposala Liu e da altri sei colleghi infermieri. “Sono tornata e ora puoi riposare tranquilla”, ha detto a sua madre l’infermiera con indosso una mascherina, dandole un abbraccio e un bacio. La sua collega, Chu Minjuan, è invece riuscita a trattenere le lacrime sentendo il marito ripetere più volte la stessa frase: “è bello riaverti a casa, è bello riaverti a casa”.

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