Formazione, enti alle corde in mobilità 1641 dipendenti

Un settore che rischia di perdere più lavoratori della Fiat di Termini Imerese. Le mobilità nella formazione professionale siciliana in queste ore sono arrivate a quota 1.641: personale che inizia a essere espulso dal sistema, con la sospensione dall´attività. Gli ultimi enti di formazione ad avviare la concertazione sono stati l´Ipf, l´Mcquadro, il Sigma, il Cufti e il Ciofs. «E questa cifra è destinata a crescere», dice il responsabile Uil scuola, Giuseppe Raimondi. Si tratta di mobilità che gli enti attivano perché non possono pagare questo personale, per colpa del taglio del 30 per cento delle ore finanziate dalla Regione nel Piano dell´offerta formativa 2011, ma anche perché si è scoperto che dopo i ritardi nell´avvio del piano anche i mesi di gennaio e febbraio non possono essere pagati visto che le attività non erano iniziate. E c´è di più: i soldi bastano fino a novembre. In sintesi tre mesi (gennaio febbraio e dicembre) non saranno retribuiti. Così gli enti, per abbassare le spese del personale, stanno iniziando i pre-licenziamenti.

Nel caos della formazione questa volta i veri nodi stanno arrivando al pettine. Non solo ci sono 8 mila dipendenti che nella migliore delle ipotesi da cinque mesi non ricevono lo stipendio, ma adesso stanno iniziando le mobilità vere: cioè procedure di sospensione del pagamento dei contributi di questo personale, in attesa che si attivi il fondo di garanzia approvato con legge dell´Assemblea regionale il mese scorso. Peccato che in cassa per questo fondo ci siano appena 7 milioni di euro, e per garantire il personale per tutto l´anno occorrerebbero almeno 24 milioni. Alcuni enti hanno già chiuso le procedure e sospeso i lavoratori: lo ha fatto il Cnos per 39 dipendenti, l´Ancol per 90 e l´Aram per 99. E anche altri enti hanno avviato le procedure con richieste formali: si tratta di Anfe, Ial Cisl, Anapia, Interefop, Csr, Enaip, Ipf, Ecap, Cufti, Enfap e Isvirr. Un caso a parte è il Cefop: ha chiesto mobilità per 300 dipendenti, ma gli altri 500 comunque rischiano di essere licenziati perché l´ente potrebbe fallire. «La Regione deve correre ai ripari, il Prof ha durata annuale e non di nove mesi, sulla carta i lavoratori possono chiedere il pagamento di 12 mesi di stipendio e gli enti andrebbero dritti verso il fallimento – dice Raimondi – Abbiamo incontrato il governatore Raffaele Lombardo e ci ha assicurato una soluzione. I soldi nel fondo di garanzia comunque non bastano: sul Cefop, poi, non capiamo perché non possono essere trasferite le ore di formazione ad altri enti, salvando così i lavoratori che verrebbero trasferiti».

«Il governo reperisca i fondi e definisca al più presto come utilizzarli per evitare la messa in mobilità di migliaia di lavoratori», dice il segretario della Uil, Claudio Barone. «Il governo regionale e il suo presidente decidano subito sul fronte della formazione professionale e dicano al sindacato e ai lavoratori se intendono riorganizzare il sistema o lasciar morire tutti di disperazione e inedia», aggiunge il segretario Cisl, Maurizio Bernava.

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