“Fiumi di Percolato”, l’inchiesta firmata Catalano-Pizzuto, non vince il Morrione ma riscopre i valori dell’informazione libera

Abbiamo passato tutta la serata di questo mite sabato di ottobre con gli occhi incollati sullo schermo di facebook in attesa della premiazione dell’ottava edizione del premio Morrione per il giornalismo investigativo.

Il Premio Roberto Morrione nasce nel 2011 dalla volontà di parenti, amici e colleghi di Roberto di tenere viva la memoria, ma soprattutto l’esempio professionale di Roberto Morrione, maestro del giornalismo italiano, ideatore e fondatore di Rainews24.
Nato come nuova sezione del Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi, il Premio è organizzato dall’associazione Amici di Roberto Morrione.
Il Premio, giunto oggi alla ottava edizione, finanzia la realizzazione di progetti d’inchiesta video e webdoc di giovani under 30 su temi di cronaca nazionale e internazionale rilevanti per la vita politica, sociale o culturale dell’Italia e dell’Europa, quali: attività delle mafie e delle organizzazioni criminali, traffici illegali (rifiuti tossici, armi, esseri umani, droghe, ecc.), casi di corruzione e intimidazione, organizzazioni segrete o clandestine con progetti eversivi o terroristici, nonché ogni tipo di violazione dei diritti umani.

Questa edizione per noi siciliani e terminitani era particolarmente attesa e vissuta con attenzione e patos perchè sono stati selezionati tra le 4 inchieste migliori d’italia, due giovani termitani Mario Catalano, giornalista della redazione palermitana di Repubblica, e Vincenzo Pizzuto fotografo e videomaker.
La loro inchiesta, appunto “fiumi di percolato” è stata scelta tra 4 inchieste finaliste, da una autorevole commissione di giornalisti.
Dopo alcuni giorni di full immertion nel mondo dell’informazione che conta di livello nazionale e internazionale a Torino, i nostri impavidi giornalisti hanno calcato il palco più importante della loro giovane carriera, quella della finalissima del premio Morrione.

Dopo un lunga e interminabile attesa, alle 23.10 vengono pubblicati i primi vincitori, quelli del premio sperimentale, ma non compaiono i nostri ragazzi: per la categoria sperimentale è stato riconosciuto il premio finale all’inchiesta “Un gioco di società” di Maurizio Franco, Matteo Garavoglia, Ruggero Scotti con tutor Giovanni Tizian.
Questa inchiesta narra dello sviluppo e delle repentine metamorfosi delle città italiane, mettendo insieme tendenze, analisi e vissuti esperienziali nel flusso cross-mediale di Instagram.
La motivazione della Giuria nell’assegnar loro il premio è la seguente: “Utilizzando la piattaforma social di Instagram, gli autori sono stati capaci di ideare un percorso narrativo totalmente nuovo per indagare alcuni aspetti critici degli investimenti immobiliari pubblici e privati a Napoli, Roma e Milano. Hanno così restituito al pubblico un prodotto esemplare, profondamente originale per struttura e tipologia compositiva”. Il trailer è visibile al link: https://youtu.be/27_8PJHepsw

Per la categoria video, è stato difficile scegliere tra le tre inchieste contendenti. La giuria, però, alla fine si è espressa a favore de “L’Ordine Naturale delle Cose”, l’inchiesta di Giovanni Culmone, Marina De Ghantuz Cubbe, Ludovico Tallarita sulla rete di associazioni ultracattoliche che in Italia e a Bruxelles lavorano assiduamente per limitare i diritti delle donne e degli omosessuali (tutor Pietro Suber).
La Giuria ha deciso di premiare loro perché “Attenti a restituire la complessità di un fenomeno culturale di portata storica, qual è il diffondersi in tutta l’Europa di idee autoritarie e nemiche dei diritti civili, gli autori hanno consegnato al pubblico una mappa efficace per ricostruirne la genesi politica, la struttura e la diffusione internazionale”. Per vedere il trailer: https://youtu.be/6qdRfR3uYDI

Dunque niente di fatto per i nostri ragazzi che però tornano a casa con la consapevolezza di avere fatto un ottimo lavoro e con i complimenti dei giornalisti più importanti del panorama nazionale e internazionale che hanno apprezzato palesemente la loro inchiesta sia al PrixItalia il mese scorso, sia qui alla finale di Torino.

Un applauso grande e forte va a tutti i finalisti partecipanti di questa ottava edizione del Premio Morrione. Tutti hanno mostrato professionalità, energia e creatività nel condurre le proprie indagini e realizzare la propria inchiesta. Il Premio Morrione vuole essere uno strumento di sperimentazione personale e di scoperta di un metodo professionale, al fine di poter poi continuare a camminare con le proprie gambe nel mondo del giornalismo investigativo.

Da parte di noi tutti siciliani, termitani, giornalisti e “giornalai” un sentito grazie a Mario e Vincenzo, perchè hanno dimostrato che il giornalismo d’inchiesta esiste ancora, che le inchieste hanno un’anima e che l’informazione libera è una realtà; forse la loro non vittoria al premio Morrione è una valore aggiunto, non hanno fatto un prodotto “precotto”, non hanno servito una minestra riscaldata e, soprattutto, non hanno asservito nessuno: grazie al vostro esempio l’informazione libera come la nostra non è isolata e non deve temere il confronto.

#orgogliotermitano #orgogliosiciliano #orgogliolibero

morrione

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