Una nave in mezzo al deserto così definiscono la loro azienda gli operai della Fiat di Termini Imerese. Se ti fai un giro nel centro di Termini vedi tutte le case con scritta vendesi, perché la gente non può più pagare il mutuo. Il problema è che non c’è nessuno che quelle case le può acquistare racconta l’operaio Renè Di Giacomo a Silvia Bellotti de I Quaderni de L’Ora, durante la manifestazione davanti a Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza regionale siciliana. Sul capo degli oltre duemila operai dello stabilimento automobilistico in provincia di Palermo pende da mesi una spada di Damocle ad orologeria. Un ticchettio continuo che segnerà l’ora X il primo gennaio 2012 quando la Fiat di Sergio Marchionne abbandonerà la città siciliana. Un colpo forte all’economia di tutta l’isola, ma soprattutto un dramma per migliaia di famiglie. Il governatore siciliano Raffaele Lombardo ha iniziato a interrogarsi sulla sorte economica dei futuri disoccupati solo dopo che per settimane circa quattrocento operai hanno bloccato le autostrade della Sicilia, arrivando alla soglia del suo ufficio. E’ una trattativa molto serrata quella che stiamo facendo, per cercare le migliori soluzioni possibili promette il presidente Lombardo. Ma a oggi l’unica soluzione possibile appare il gruppo molisano Dr Motor di Massimo De Risio, che è interessato ad acquisire lo stabilimento. Secondo Lombardo è la migliore proposta arrivata. Gli operai però manifestano qualche dubbio. Intanto per la provenienza cinese del gruppo Dr Motor, ma soprattutto per il piano presentato dall’imprenditore molisano che prevede soltanto l’impiego di 1.300 lavoratori, nella migliore delle ipotesi. Nel frattempo, il ticchettio è continuo e il gruppo di Marchionne sta già ultimando le valigie. La nave in mezzo al deserto rischia di affondare nelle sabbie mobili della disoccupazione imminente.
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