ESCLUSIVO: verbale del sopralluogo ARPA alla GM srl presso lo stabilimento ECOX srl

Dando seguito alla disposizione della ST-ARPA Palermo in relazione alla richiesta di un sopralluogo congiunto presso l’unità produttiva della Ditta ECOX Srl, in data 06 Novembre 2019, alle ore 10.00 circa ci siamo recati presso l’impianto sopracitato.
Si sono presentati con le modalità di rito, all’Ing. Dario Italiano. n.q. di Legale Rappresentante della società ECOX S.r.l., dove in atto è in corso una campagna mobile autorizzata alla Ditta GM Srl.

Premesso che in un precedente sopralluogo si è riscontrato che la Ditta ECOX S.r.l risulta titolare di AIA con DDG n.73 del 01.02.2017 e con D.D.S n. 889 del 22.07.2019 la ditta ECOX Srl è stato autorizzato stralcio funzionale, relativamente alla sola operazione di messa in riserva, R13, del già citato D.D.G. n. 73 del 01.02.2017. Lo stralcio è tonale a qua, approvato nella campagna mobile della ditta GM Srl, con nota del Dipartimento Acque e Rifiuti prot. 34114 del 09.08.2019.

Quindi in forza del DDG 998 del 24.09.2018 la ditta GM Srl svolge con impianto mobile autorizzato ai sensi dell’art. 208 comma 15 del D.lgs. 152/06, una campagna di 4 mesi per il trattamento dei rifiuti con codice CER 200108 e CER 200201.

All’atto dell’intervento, si chiedeva all’Ing. Italiano presente sui luoghi, la disponibilità del Direttore Tecnico della Ditta GM Srl a presenziare alle attività di sopralluogo.
Riscontrato che in loco non era presente alcun operaio o personale della Ditta GM che l’Ing. Italiano riferiva che non era possibile raggiungere il Direttore Tecnico della GM Srl e si procedeva al sopralluogo dell’area di impianto, alla presenza costante dell’ing. Italiano.
Al momento del sopralluogo, l’attività era in esercizio, le operazioni di movimentazione del materiale in fase di maturazione nell’ambito della campagna mobile autorizzata alla ditta GM Srl, erano effettuate dal personale della ditta ECOX Srl.

Nell’ambito del sopralluogo si è riscontrato quanto di seguito riportato:
Nell’area esterna all’edificio destinato alle fasi di lavorazione, miscelazione e biostabilizzazione, si notava un cumulo di sfalci di potatura e materiale vegetale posto senza alcuna copertura atta ad evitare l’effetto degli agenti meteorici ed eolici.

All’interno del capannone, si notava la presenza di 5 biosacchi contenenti rifiuti in fase di maturazione, e si notavano ampie aree caratterizzate dal lagunaggio del percolato proveniente dall’accumulo di altro rifiuto in fase di seconda maturazione, ed al fine di contenere lo sversamento del percolato sull’area di movimentazione, si notava la presenza di una barriera realizzata con rifiuti vegetali posta a ridosso dei biosacchi a modo di realizzare un argine di contenimento. All’interno della stessa area del capannone, accanto ai biosacchi si notava la presenza di un’area di circa 60 x 20 x 3,80 mt, nella quale erano stati depositati rifiuti in fase di seconda maturazione per un accumulo di circa 4000 t.

Alla base di detti cumuli, si notava la presenza di percolato che si disperdeva fino a fungere nell’area interessata dai biosacchi. Il cumulo sopra descritto era posto senza soluzione di continuità e non vi era alcuna indicazione relativa all’attivazione della seconda fase di maturazione, pertanto non erano identificabili i periodi del procedimento di che trattasi.

All’interno dell’edificio, l’aria risultava irrespirabile, a causa dalle presenza di odori nauseabondi e mefitici derivanti dalle fasi maturazione e movimentazione dei rifiuti. Un’ampia area era destinata alla movimentazione del materiale strutturante che veniva destinato alla trituratrice, e successivamente veniva collocato in altra area destinata alla miscelazione. L’intero capannone era caratterizzato dalla presenza di lagunaggi e fanghiglia.

Nel piazzale esterno alle spalle dell’edificio, nell’area identificata per il processo di maturazione, erano presenti due cumuli di rifiuti in fase di seconda maturazione il primo, collocato parzialmente al di sotto della tettoia che risultava già vagliato per una quantità di circa 600 t, ed un secondo cumulo posto a cielo aperto per una quantità di circa 900 t, che risultava ancora non vagliato e difatti, veniva movimentato tramite mezzo palameccanica, e trasferito al tritovagliatore posto nell’area esterna destinata alla vagliatura.
La presenza di colaticcio verosimilmente prodotto da tali cumuli era evidente sul piazzale e tra i biosacchi presenti nel piazzale. Non si riscontrava la presenza di presidi ambientali utili a prevenire la dispersione del rifiuto liquido nonché l’emissione e la dispersione di odori particolarmente intensi nell’area circostante.

Nel piazzalo esterno, erano presentì circa 30 biosacchi finalizzati ni processo ossidazione accelerata della sostanza organica contenuta nei rifiuti in trattamento
All’atto del sopralluogo 5 biosacchi non risultavano collegati con tubazioni ad un impianto di immissione di aria per l’insufflaggio della stessa (ossidazione) mentre per i restanti si notava la presenza di tale attività. Anche alla base dei biosacchi si notava la presenza di percolato, e lo stesso riversandosi sul piazzale esterno, risultava una ulteriore fonte di cattivo odore.

Si verificava inoltre, la mancata efficienza del sistema di raccolta delle acque meteoriche dovuta anche alla disposizione dei biosacchi che coprivano e intasavano le griglie di raccolta Gran parte dell’intero piazzale veniva utilizzato come deposito dei biosacchi senza soluzione di continuità, il tutto, in mancanza di presidi ambientali dando origine ad emissioni odorigene nauseabonde e mefitiche. L’impianto di recupero del percolato posto nella parte retrostante del capannone risultava colmo anche nei bacini di contenimento e pertanto con la presenza delle piogge non possono sicuramente garantire l’efficienza del sistema di recupero percolato.

Si rappresenta altresì che la parte dove insistono i cumuli per il processo di seconda lavorazione vagliato/non vagliato era caratterizzato dall’accumulo di una gran quantità di percolato che persisteva in loco stante l’assenza di sistemi di raccolta dello stesso.
In tutti i biosacchi non era presente alcuna indicazione della data di collocazione degli stessi ai lini della tracciabilità del trattamento.
Sul lato destro del varco carrabile di accesso all’impianto all’atto del sopralluogo era in fase di lavorazione “tritovagliatura” il rifiuto proveniente dalla seconda fase di maturazione, l’attività veniva effettuata all’esterno ed il vaglio proveniente dal processo di trattamento veniva depositato all’esterno in un’area non autorizzata e coperta parzialmente con teloni (foto 23).

Per quanto sopra esposto si rappresentano le stesse criticità già evidenziate nel sopralluogo del 25/09/2019 ed in particolare, il trattamento della campagna mobile attivato dalia Ditta GM Srl presso l’impianto gestito dalla Ditta Ecox Srl, non ha le caratteristiche ed i presidi ambientali utili a garantire una corretta gestione del processo senza arrecare danni all’ambiente circostante ed alla salute dei cittadini, stante le continue segnalazione che giungono agli uffici preposti alle attività di controllo.

————————————-

Dichiarazione del rappresentante del Comitato MareNostrum Giuseppe Di Maio:
Dai rilievi effettuati da Arpa presso l’impianto Ecox di Termini Imerese in data 25/09/2019 in cui si riscontravano molteplici criticità, tutte pienamente confermate nel successivo controllo effettuato in data 06/11/2019, si può incontestabilmente asserire che la regolarità del suddetto impianto riferita dall’azienda al Dipartimento Acqua e Rifiuti che, ricordiamolo, ha rilasciato la relativa AIA (Autorizzazione di Impatto Ambientale) non risponde assolutamente a quanto riscontrato e verbalizzato dagli accertatori dell’Arpa.
Le criticità riscontrate sono così gravi da indurre l’organo accertatore ad asserire che non ci sono le caratteristiche necessarie per “GARANTIRE UNA CORRETTA GESTIONE DEL PROCESSO SENZA ARRECARE DANNI ALL’AMBIENTE CIRCOSTANTE ED ALLA SALUTE DEI CITTADINI…” Alla luce di tutto ciò chiediamo fermamente all’Assessorato per l’Energia, Dipartimento Acque e Rifiuti, di revocare la rilasciata autorizzazione. E chiediamo, altresì, al Commissario Straordinario Di Fazio che prenda tutti i provvedimenti necessari per salvaguardare della salute dei cittadini, cominciando dal non conferire più li il nostro umido. La salute dei Termitani vale ben di più di 50 euro a tonnellata.

Dichiarazione della portavoce M5S al Consiglio Comunale Maria Terranova:
Sono passati solo due giorni dalla manifestazione davanti i cancelli di Ecox. Il tempo, oggi, ci dà ragione.
Arpa ha riscontrato che non vi sono “le caratteristiche e i presidi ambientali utili a garantire una corretta gestione del processo senza arrecare danni all’ambiente circostante e alla salute dei cittadini”.
Adesso il Commissario Straordinario, autorità sanitaria locale, adotti tutti i provvedimenti in Suo potere e la Regione sospenda immediatamente l’autorizzazione integrata ambientale.
Non c’è più tempo da perdere.

0
HeartHeart
0
HahaHaha
0
LoveLove
0
WowWow
0
YayYay
0
SadSad
0
PoopPoop
0
AngryAngry
Voted Thanks!

Commenti

commenti