Emergenza igienica nel Palermitano ma non a Termini Imerese, rifiuti in strada da tredici giorni in quattordici comuni

La provincia di Palermo è sommersa dai rifiuti. Da tredici giorni infatti, più di una dozzina di comuni della città metropolitana non possono più conferire nella discarica di Trapani. Si tratta dei comuni di Altofonte, Balestrate, Giardinello, Partinico, Torretta, Trappeto, Bagheria, Belmonte Mezzagno, Borgetto, Capaci, Carini, Cinisi, Montelepre e Terrasini. Nel complesso sono 39 i comuni in difficoltà per questo stop di Trapani. Altri 25 comuni di tre province hanno visto dirottare la propria immondizia verso la discarica di Sicula Trasporti, situata fra Catania e Siracusa.

Tutte le 14 città sopra elencate con i rifiuti in strada nel Palermitano sono amministrazioni con alte percentuali di raccolta differenziata, le quali si sono ritrovate senza un impianto di riferimento dove poter conferire la spazzatura non differenziata. Dal 22 febbraio, la SRR Palermo 1 ha autorizzato il trasporto dell’immondizia indifferenziata verso la discarica di Bellolampo. Ciò a patto che i comuni sottoscrivano un contratto con Rapsocietà che gestisce l’impianto. Al momento però, la città in questione attendono sviluppi. E da Palermo arrivano precise regole stringenti per le procedure burocratiche e per i conferimenti in discarica.

Qualche notizia è filtrata. E non è di certo piacevole per le piccole realtà della provincia di Palermo. A parlare della situazione è il sindaco di Carini Giovì Monteleone, uno dei primi cittadini coinvolti dall’ennesima emergenza rifiuti in provincia di Palermo. “La Rap non ha ancora inviato lo schema di contratto, anche se ci è stato comunicato che lo stesso arriverà a breve con l’applicazione di una tariffa aggiuntiva di 260 euro a tonnellata – dichiara il sindaco di Carini -. Ciò previa e necessaria autorizzazione del Comune di Palermo e della documentazione aggiuntiva”. Una lista in cui rientra ad esempio la redazione di un piano di caratterizzazione dei rifiuti. Fatto che, teme il sindaco di Carini, farà perdere ulteriore tempo.

Un dato che, per i 14 comuni della Provincia di Palermo, parla di circa 65 tonnellate di rifiuti da conferire a Bellolampo, nemmeno il 10% di quanto produce Palermo giornalmente (circa 800 tonnellate). E sui numeri quantomeno deficitari del capoluogo siciliano è lo stesso Giovì Monteleone a puntare il dito. “E’ inammissibile che la discarica di Bellolampo, in larga parte finanziata con soldi pubblici e che dovrebbe essere punto di riferimento dell’intera SRR, venga gestita come proprietà esclusiva dal comune di Palermo, il quale continua a riempirla a dismisura in barba a qualsiasi rispeto dei minimi di raccolta differenziata“. Uno scontro frontale fra i comuni della Provincia e la città di Palermo che si ripropone a circa un anno di distanza, ovvero da quando non fu concesso il conferimento della spazzatura nell’impianto di Bellolampo in seguito ai problemi a cui era soggetto allora l’impianto TMB.

Tornando ai giorni nostri, l’ok dalla SRR è arrivato, anche se si attende la documentazione necessaria e i relativi dati preliminari. Fatto di cui il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha parlato in una lettera sottoscritta il 28 febbraio ed inviata alla Rap, alla SRR, all’assessorato regionale ai Rifiuti e ai competenti uffici del Comune di Palermo. Un atto nel quale il primo cittadino ricorda che “i rapporti fra Rap e i Comuni autorizzati dovranno essere formalizzati con apposito contratto“. Accordo fra parti nel quale dovranno essere indicate “la quantità di rifiuti conferibili giornalmente, la tariffa di conferimento“, nonchè “le modalità di pagamento con scadenze che saranno ritenute necessarie al fine di scongiurare l’insorgere di crediti non riscossi“.

L’obiettivo primario di Lagalla è quello di evitare l’insorgere di situazione potenzialmente critiche sul fronte della tenuta economico-finanziaria dell’azienda, fondamentale al fine del rispetto dei vincoli imposti dal piano di riequilibrio. Ogni euro conta. Il primo cittadino lo sa e, anzi, ricorda ai vertici di piazzetta Cairoli “di assumere tutte le iniziative congrue per il recupero di crediti maturati in passato nei confronti dei comuni“, vincolando a ciò anche “il differimento della sottoscrizione del contratto”.

Al di là della questione burocratico, rimane da affrontare l’aspetto operativo, ovvero la tenuta della discarica di Bellolampo. L’impianto al momento si regge sulla prima tranche della settima vasca, in attesa che la struttura venga completata del tutto. Interventi sui quali dovrebbero arrivare novità a luglio. Fino ad allora bisognerà fare bene i conti. “L’autorizzazione concessa è da intendersi fino a nuova diversa disposizione – scrive Lagalla -. “Sarà cura del sindaco, sulla base di una puntuale relazione già richiesta a Rap, rappresentare la proiezione dei tempi di saturazione della VII vasca e la ineludibile necessità di accelerare i tempi di consegna della parte residua“. Un messaggio, quest’ultimo, diretto alla Regione Siciliana. Al di là dell’emergenza dei comuni della provincia, per la consegna dell’impianto bisogna fare presto.

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