Una regola d’oro della politica che in Sicilia acquista spessore e consistenza, sta nel dire spesso l’opposto di una cosa che si vuol fare. È una questione di tattica, ma non solo. E così le Province andavano abolite. Questione di costi e di opportunità. Poi riviste, nella struttura e nella funzione. Addirittura elezione indiretta, come una volta, tra i sindaci, ipotesi che in Sicilia piace ad alcuni ambienti della sinistra, al momento particolarmente radicati nei territori.
Poi è saltato il decreto legge da convertire. Adesso cambia tutto e non è detto che sia finita qua. In verità anche Crocetta ha cominciato a pensare, o è stato indotto ad una riconsiderazione in tal senso, che la rivoluzione tutta in una volta non si può fare. E che anzi, la stessa, può transitare anche dalle Province.
Risultato: il prossimo 26 e 27 maggio si rivoterà. Anche per Palazzo Comitini. Il Megafono (Lumia), ed un po’ meno il Pd per la verità, lavorano da tempo, come già detto alla candidatura del sindaco di Termini Imerese Burrafato. Nel Pdl invece sommessi boatos, cominciano a prendere corpo clamorosamente. Da un lato la posizione dell’uscente Giovanni Avanti, Cantiere Popolare appare scontata. Dall’altro, secondo alcuni, all’alba di una sconfitta, ipotizzabile alle Politiche, l’implosione nel partito di Alfano sarebbe ancora più a rischio.
Ecco così che, per mettere d’accordo tutti l’orizzonte sorriderebbe addirittura alla clamorosa candidatura di Francesco Cascio. Se infatti da un lato potrebbe apparire una “diminutio” per l’ex presidente dell’Ars, e certamente lo sarebbe, dall’altra occorre considerare la prospettiva di cinque anni di opposizione del Pdl all’Ars, a Roma ed al Comune di Palermo. Si dice che un pensiero di questa natura è scappato anche all’aspirante senatore Francesco Scoma, ma Cascio è avanti su questa strada.
Non è escluso che se ne sia parlato nei giorni del “dubbio”, quando Cascio considerava altri lidi. E dopo ha cambiato idea sull’eventuale esodo. Chissà perché.
Palazzo Comitini potrebbe essere anche la camera di compensazione di quanti resterebbero fuori dai posti che contano in casa Udc e Pd. Proprio nel partito di Lupo, esclusi e scontenti non ne mancano. Sull’argomento Province il segretario regionale del Pd ha dichiarato: “È necessaria una riforma delle Province che abbia la condivisione delle forze politiche all’Ars”.
Critico con moderazione sull’argomento, Antonello Cracolici, che invita Crocetta a fare chiarezza sulle competenze degli enti in questione, anche se rimane da capire fino a che punto sia “tifoso” dell’elezione indiretta “modello comunità montane” del presidente della Provincia. Domani magari torneremo sentire che sono inutili e vanno abolite. Oggi sembra soffiare un vento diverso. E così l’impulso a rivitalizzare fortemente le Province, viene da sé.