“Ricordate Enel-Cancascì Petroli srl ed il progetto di stoccaggio, commercializzazione e trasformazione di idrocarburi da realizzare nel Parco serbatoi di Levante??? Ricordate il progetto regionale, poi opposto sul piano giudiziale, che autorizzava la Olii Tomasello srl a realizzare un impianto di incenerimento di rifiuti nella nostra zona industriale??? Ed eccoli, oggi, fronte-retro, sul giornalino del Carnevale di Termini Imerese! Insomma il Carnevale più… Ecosostenibile di Sicilia! [emoticon con occhiolino] #noncismentiamomai #facemunillanarisata”
Questo sopra riportato è il post Facebook della Consigliera comunale Maria Terranova, condannata, in sede civile, dal Tribunale di Termini Imerese, al risarcimento del danno non patrimoniale ex art. 2054 cc per la somma di euro 5000,00, oltre interessi legali dalla pronuncia sino al soddisfo, nei confronti del ricorrente Olii Tomasello.
La stessa Consigliera è, altresì, condannata al pagamento delle spese di lite in favore della ricorrente che vengono liquidate nella misura di euro 1620,00, oltre spese generali al 15%, IVA e CPA come per legge.
A primo impatto, per chi è ignorante in giurisprudenza, sembrerebbe un post innoquo con battuta ironica e politica nel finale ma, visti i risvolti giudiziari, la Consigliera avrebbe verosimilmente affermato il falso; cercando sul web abbiamo trovato 2 articoli online, uno del 2005 e uno del 2017 danno la notizia che la Terranova afferma sul suo post di facebook: si può leggere testualmente dal portale “guidasicilia” in un articolo dal titolo “La ditta Olii Tomasello di Termini Imerese rinuncia alla costruzione dell’inceneritore“:
Le associazioni SiciliAntica, Espero, Legambiente e Spartacus accolgono positivamente la notizia che la ditta Olii Tomasello ha deciso di rinunciare alla costruzione dell’inceneritore all’interno della zona industriale di Termini Imerese.
È questa una grande vittoria delle associazioni termitane e della città tutta sullo ”scampato” pericolo derivante dal progetto e dalla volontà di trasformare l’area in una pattumiera.
La notizia dimostra la giustezza delle posizioni di chi, come noi, da sempre ritiene che inquinare è antieconomico, mentre solo un progetto rispettoso dell’ambiente e della salute dei cittadini è in grado di produrre ricchezza ed occupazione; inoltre, la conclusione della vicenda pone una seria ipoteca ed invia un segnale forte a chi – imprenditore o meno – voglia in futuro saccheggiare il territorio ed installare nei dintorni della città impianti che nuocciono alla salute dei cittadini, rendendo irrealizzabili le vere occasioni di sviluppo (agricoltura e turismo eco compatibili).
Le associazioni continueranno comunque a vigilare affinché un simile pericolo non si ripresenti più in futuro. Noi saremo sempre pronte a mobilitarci, insieme con la città, contro ogni sciagurato progetto che non porta sano sviluppo, ma solo occasione di facile guadagno per pochi, con contestuale danno alla salute dei cittadini e dell’ambiente circostante.
Associazione Spartacus – Termini Imerese, 19 ottobre 2005
A conferma di quanto asserisce il potale “guidasicilia” c’è una dichiarazione dell’avvocato Pietro Sorce sulla testata giornalistica online “blogsicilia” del 15 febbraio 2017, in piena campagna elettorale, scrive:
L’avvocato Sorce ricorda che dal punto di vista professionale ha agito in passato in modo del tutto coerente con tale sua sensibilità: “Nel 2005, su mandato dell’Amministrazione Comunale di Termini Imerese, ho opposto, sul piano giudiziale, il provvedimento regionale dell’epoca che aveva autorizzato la società Olii Tomasello srl a realizzare un impianto di incenerimento di rifiuti (termovalorizzatore) nella zona industriale di Termini Imerese, iniziativa giudiziale che ha prodotto risultati estremamente positivi, con la iniziale sospensione del provvedimento autorizzativo regionale poi culminata nel definitivo accantonamento del progetto”.
La consigliera comunale Terranova prende atto della decisione del giudice del Tribunale di Termini Imerese ma non rilascia alcun commento a riguardo.
Verosimilmente in questa casistica di condanna per “ironia politica” rientra lo “scudo della rete” ovvero la tutela legale per gli aderenti al movimento cinque stelle che dovrebbe essere rimpinguato mensilmente dagli onorevoli eletti nelle regioni e al parlamento nazionale per circa 300 euro al mese procapite e che recita così:
Lo “Scudo della Rete” ha come obiettivo la difesa di iscritti ed eletti del MoVimento 5 Stelle dalle cause legali intentate contro di loro, spesso a scopo intimidatorio, e la tutela del MoVimento 5 Stelle e dell’Associazione Rousseau.
Accade sempre più spesso che i portavoce eletti all’interno delle istituzioni, ma anche gli attivisti, abbiano la necessità di essere assistiti legalmente nelle battaglie legali che portano avanti sul territorio nella realizzazione dei valori e degli ideali del MoVimento 5 Stelle.
Sono battaglie in cui molto spesso gli iscritti si trovano a combattere da soli contro soggetti economicamente più forti: grazie allo “Scudo della Rete” tutti gli iscritti al MoVimento 5 Stelle avranno la possibilità di essere assistiti legalmente a condizioni economicamente agevolate.
Lo “Scudo della Rete” in totale trasparenza e in base alle disponibilità del fondo individuerà in totale discrezionalità i casi in cui contribuirà al rimborso parziale delle spese legali sostenute dall’iscritto.
Questa ordinanza del Tribunale di Termini Imerese, crea un precedente importante per i futuri post su facebook di chiunque è iscritto a questa “complicata” piazza virtuale.







