Entro fine 2017, Toyota fermerà la produzione in Australia all’impianto di Melbourne che occupa circa 4.000 dipendenti. “Fattori negativi, come un mercato estremamente competitivo e la solidità del dollaro australiano, insieme alle stime di una riduzione su scala totale della produzione veicoli in Australia, ci hanno costretto a prendere questa decisione dolorosa”, ha commentato il numero uno, Akio Toyoda. Il gruppo lavorerà con dipendenti, partner commerciali, governo e comunità locali “su misure specifiche da adottare”.
“E’ una notizia devastante per tutti i nostri dipendenti che hanno dedicato la vita alla compagnia durante gli ultimi 50 anni”, ha detto il presidente e Ceo di Toyota Australia, Max Yasuda, dando la notizia oggi ai dipendenti della fabbrica di Altona presso Melbourne. Yasuda ha motivato la decisione con “il dollaro australiano sfavorevole”, gli alti costi di produzione e le basse economie di scala. Ha anche citato l’accresciuta competitività dovuta ad accordi commerciali correnti e futuri, come fattori che rendono “non fattibile” continuare a fabbricare auto.
“Abbiamo fatto tutto il possibile per trasformare il nostro business, ma la realtà è che vi sono troppi fattori fuori del nostro controllo. Anche se la compagnia ha registrato profitti nel passato, le nostre operazioni manifatturiere hanno continuato a essere in perdita nonostante i nostri migliori sforzi”. L’annuncio di oggi segue quello della Ford, che chiuderà le operazioni australiane nel 2016 con la perdita di 1200 posti di lavoro, e della GM Holden, che chiuderà nel 2017 con quasi 3000 licenziamenti.
Secondo il sindacato dei lavoratori manifatturieri Amwu, la decisione avrà un impatto devastante lungo tutta la catena di forniture e su molti settori, dal trasporto stradale alla navigazione, e potrà causare una recessione economica. “E’ un disastro completo. La magnitudine di questa decisione per la comunità non può essere sottovalutata”, ha detto il segretario per il settore veicoli, Dave Smith.
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