Negli ultimi anni abbiamo sentito spesso parlare di legalizzazione delle sostanze estratte dalla Cannabis. Si tratta di un argomento molto attuale, dove le normative cambiano in continuazione e a volte è necessario fare chiarezza per restare aggiornati su tutte le ultime disposizioni a riguardo. Nello specifico si parla di CBD, l’olio estratto dalla pianta della canapa sativa. Rispetto a questo, per quanto continuino a esserci cambiamenti nelle varie normative, la situazione sembrerebbe essere arrivata a un punto di stabilità. Il CBD, infatti, è considerata una sostanza legale, anche se alcune leggi ne regolano il quantitativo utilizzabile e la sua commercializzazione. Non si discutono, invece, le sue proprietà benefiche. È possibile approfondire a riguardo visitando questa pagina.
Il discorso relativo alle normative riguardo il suo utilizzo, invece, necessita di un ulteriore approfondimento che vedremo in questo articolo. Vediamo prima cos’è il CBD, per capire meglio di cosa si sta parlando.
Cos’è il CBD
Il CBD è un particolare tipo di olio che viene estratto dalla canapa sativa. Il suo utilizzo apporta numerosi benefici, tra cui rilassamento e alleviamento dei dolori. Non si tratta di una sostanza psicotropa, però, in quanto non ha effetti negativi che vanno ad alterare la capacità percettiva di coloro che ne fanno utilizzo. Il CBD può essere assunto in diversi modi: per inalazione, per ingestione o sotto forma di creme e unguenti.
Cosa dice la legge a riguardo
Nonostante nei diversi paesi esistano differenti regolamentazioni riguardo l’utilizzo del CBD, tutti sono concordi nell’affermare che il CBD non possa essere considerato una droga. Questo secondo quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Europea nel 2020. Partendo da questo assunto, diversi paesi hanno acconsentito alla sua commercializzazione, portando al nascere di numerose attività commerciali dove tale vendita è considerata legale. A tale concessione, è stata affiancata anche quella del libero scambio tra i paesi dell’Unione Europea.In base a questo accordo uno Stato membro non può vietare la commercializzazione del CBD legalmente prodotto in un altro Stato, ma può limitarne il quantitativo durante lo scambio e può regolamentarlo all’interno del proprio paese. Ogni paese adotta misure differenti e stabilisce il quantitativo massimo per la sua commercializzazione. Altre differenze, poi, ci sono se si va a considerare la lavorazione della canapa in tutte le sue parti.
La situazione del CBD in Italia
In Italia, ad esempio, è consentita la sola lavorazione della varietà di canapa sativa. Tutte le altre varietà non possono essere lavorate e i loro estratti, di conseguenza, non possono essere commercializzati. Tuttavia, rispetto ad altri paesi, non esistono limitazioni riguardo le parti utilizzate di tale specie floreale. Possono essere lavorate tutte estraendo, naturalmente, solo il CBD. Non c’è distinzione tra semi, frutti o fiori della pianta.
Com’è la situazione in Europa
In Europa, invece, non è consentita la lavorazione della canapa in tutte le sue parti ma è possibile lavorare ed estrarre CBD solo dalle foglie. La differenza la fanno principalmente le concentrazioni di CBD all’interno dei prodotti venduti. In questo caso, ogni paese ha leggi e regolamentazioni diverse. Per alcuni questa quantità è maggiore rispetto a quella consentita in Italia, per altri invece è minore. Questa differenza naturalmente fa sì che anche i ricavi dei vari paesi derivanti dalla vendita di prodotti contenenti CBD siano maggiori per alcuni stati e minori per altri.
CBD e THC: quali sono le differenze
Altro aspetto da considerare, invece, è quello relativo a un’altra sostanza estratta dalla canapa, ossia il THC. A differenza del CBD, infatti, il THC è considerato a tutti gli effetti una sostanza psicotropa, che causa quindi in tutti coloro che la utilizzano effetti considerevolmente negativi sulle loro capacità percettive. Tale sostanza è quindi bandita in molti degli Stati dell’Unione Europea, compresa naturalmente l’Italia. Non troveremo mai prodotti contenenti THC, se non in minima quantità, poiché il suo utilizzo e la sua commercializzazione sono banditi dalla legge.
Gli effetti benefici del CBD fanno sì che questa sia una sostanza molto apprezzata e in alcuni casi estremamente utile per alcune categorie di persone che desiderano provare un prodotto del tutto naturale in sostituzione delle normali medicine. Va detto, però, che il CBD non cura in nessun modo l’origine del problema ma può essere molto utile per alleviare i sintomi che esso porta. Negli ultimi anni, perciò, tantissime attività commerciali presenti sia con punti vendita fisici che con store online come JUSTBOB, hanno aumentato la produzione di molti articoli contenenti CBD e la loro vendita, contribuendo a creare una rete commerciale di successo.







