La Cassazione ha reso definitiva la condanna a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio emessa nell’ambito del processo ‘talpe alla Dda’ di Palermo nei confronti di Salvatore Cuffaro, ex governatore della Sicilia e oggi senatore del Pid.
In particolare, la seconda sezione penale presieduta da Antonio Esposito ha rigettato il ricorso di Cuffaro confermando così il verdetto emesso lo scorso 23 gennaio dalla corte di Appello di Palermo. In primo grado l’ex governatore era stato condannato a cinque anni di reclusione.
La camera di consiglio dei giudici della Suprema Corte è durata poco più di tre ore. Nella requisitoria di ieri il sostituto procuratore generale Giovanni Galati aveva chiesto di eliminare l’aggravante mafiosa.
Cuffaro è stato trasferito nel carcere di Rebibbia. Da Palermo è arrivato infatti l’ordine di esecuzione della pena.
Accompagnati nella caserma del comando provinciale di Palermo l’ex maresciallo dei carabinieri Giorgio Riolo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, che deve scontare una pena a 7 anni, 5 mesi e 10 giorni di carcere, e l’ex manager della sanità Michele Aiello, ritenuto l’alter ego del boss Provenzano nell’imprenditoria, a cui i giudici hanno confermato la condanna a 15 anni e mezzo di carcere. Riolo verrà portato nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, mentre Aiello finirà forse al carcere Pagliarelli.
La sentenza della Corte di Cassazione conferma l’impianto accusatorio sostenuto dalla procura in primo grado ha detto all’Adnkronos il procuratore capo di Palermo Francesco Messineo. In primo grado il nostro impianto accusatorio era stato accolto dai giudici solo parzialmente – ha aggiunto Messineo – la Corte d’Appello lo confermò e adesso arriva la sentenza definitiva. In ogni caso, non voglio aggiungere di più, perché le sentenze non si commentano ma si rispettano.
‘Grande stupore e avvilimento” sono invece gli stati d’animo della difesa di Cuffaro, ”sia perché la sentenza della Corte d’Appello manifestava numerose e profonde affermazioni erronee in punto di diritto – ha detto l’avvocato Oreste Dominioni, presente alla lettura del dispositivo – sia perché lo stesso pg, con una richiesta ampiamente argomentata, aveva chiesto di annullare l’aggravante di mafia per cui sarebbe rimasto un favoreggiamento semplice.
Salvatore Cuffaro anche in questa occasione ha dimostrato un atteggiamento rispettoso nei confronti delle istituzioni, nonostante la prova durissima a cui è sottoposto… ha dichiarato all’Adnkronos il coordinatore del Pid Saverio Romano, appena uscito dall’abitazione romana di Cuffaro. Romano è stato l’unico politico presente nell’abitazione di Cuffaro dopo la lettura del verdetto dei giudici della Cassazione. In noi resta comunque il convincimento – ha aggiunto – che Cuffaro non abbia mai favorito Cosa Nostra”.
Per l’ex governatore i guai giudiziari non sono comunque terminati. Il prossimo 3 febbraio ricomincia, davanti al gup del Tribunale di Palermo, Vittorio Anania, il processo con il rito abbreviato a carico dell’ex presidente della Regione siciliana, per concorso esterno in associazione mafiosa. I pm del processo, Antonino Di Matteo e Francesco del Bene, hanno chiesto al termine della requisitoria la condanna a dieci anni di carcere. Nell’ultima udienza i legali hanno chiesto invece la non procedibilità del processo per ‘ne bis in idem’, cioè a loro avviso Cuffaro non può essere processato perché già imputato per gli stessi reati nell’altro processo, concluso oggi in Cassazione. Il 3 febbraio sono attese le repliche dei magistrati dell’accusa e nell’udienza successiva parleranno i legali di Cuffaro. La sentenza è prevista per metà febbraio.
LE REAZIONI – Sono profondamente addolorato, ma anche sorpreso” ha detto all’Adnkronos il senatore del Pid Calogero Mannino, che parla di ”condanna sproporzionata”.
Rispettiamo la sentenza ma crediamo che Cuffaro non sia mafioso dichiarano in un comunicato congiunto Pier Ferdinando Casini e Marco Follini.
Rispetto la sentenza, anche se non riesco a credere alla verità delle accuse nei confronti di Cuffaro” le parole di Sandro Bondi, ministro della Cultura e coordinatore del Pdl.
”Ci ha convinto più la procura della Cassazione che il collegio giudicante sottolineano il capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto e il vice capogruppo a palazzo Madama, Gaetano Quagliariello.
Esprime ”dolore e vicinanza” il ministro per l’Attuazione del programma Gianfranco Rotondi. ”Cristianamente – aggiunge – gli saremo vicini nei giorni difficili che verranno, ma passeranno”.
Le sentenze come sempre non si commentano, ma si rispettano. Certamente con questa decisione della Cassazione si chiude definitivamente una pagina politica triste per la storia della Sicilia ha detto il segretario regionale del Partito democratico in Sicilia, Giuseppe Lupo.
Mentre per Erasmo Palazzotto, coordinatore regionale di Sinistra Ecologia e Libertà in Sicilia, la condanna definitiva a sette anni di reclusione per l’ex presidente della Regione siciliana deve far riflettere sul degrado morale in cui è piombata la politica isolana.